Stamani, quando le Ceneri del mio caro amico sono andate in Arno, e la sua dolce forte compagna ci regalava dei sorrisi, e la Banda suonava, e il cantante snocciolava il vecchio repertorio dei canti anarchici, e la sabbia gialla del greto del fiume si sollevava col vento, e le nuvole bianche veleggiavano sospese in un cielo turchino, e le nostre bandiere sventolavano senza sosta, e i nostri fiori galleggianti sull'acqua davano un effetto un po' indiano alla cerimonia, e i ciclisti curiosi si affacciavano al terrazzino, c'era molta gente riunita e cani festosi e occhi umidi... diversi amici a cui voglio un bene immenso, ed alcuni (pochissimi) che hanno evitato il mio sguardo: due o tre persone che non avrei voluto rivedere; soltanto la fatalità della tragedia di una perdita comune le ha portate a pochi metri da me, da me ignorate completamente.
Ho pensato che una persona non muore mai finché la si porta nel nostro cuore.
Viceversa, i veri funerali si possono celebrare per persone viventi... o forse per parti di sé, della propria esistenza che sono legate tali figure.
Non seppellisco mai una persona amica. Nemmeno se la pensa diversamente da me e mi fa soffrire, qualche volta, quando dice le cose che non voglio sentirmi dire. Nemmeno se abita lontano e non ci vediamo più. Nemmeno se muore. Defunta da anni, io la ricordo sempre.
Ho pensato per anni a gente incontrata una sola volta in treno. Penso a voi che mi lasciate commenti. Figuriamoci cosa provo verso chi conosco bene...
Non sono mai stata possessiva, sono naturalmente affettuosa, in un modo spontaneo e senza chiedere grandi cose in cambio. Mi basta veramente poco per sentirmi amata, una coccola ogni tanto, un sorriso, un saluto, una sola telefonata in un anno. Se qualcuno viene a Firenze e non mi passa a trovare, non mi sembra bello, ma non ne faccio una tragedia.
Posso mettere in "stand by" i "casi sospetti" (l'ambiguità nei comportamenti) ma riabilitarli con la velocità di un fulmine non appena avviene un chiarimento, un colloquio per fugare le mie paure. Sono diffidente. Desidero essere tranquillizzata sulle intenzioni delle persone, quando non mi sono chiari o non riesco a capirli. Ma fin qui io sono una pasta di donna, tenera, accogliente, e non mi scandalizzo di nulla. Non ho difficoltà a chiedere scusa se faccio una cazzata e altrettanto volentieri, accetto le scuse degli altri quando non sono frutto di opportunismo...
Ma se una persona mi fa un torto e non mi chiede scusa perché ritiene che io non valga tanto... se c'è cattiveria o stupidità vigliacca in una sola frase diretta a ferirmi, se la sua intenzione è quella di sminuirmi o di mettermi i piedi in testa... se il mio affetto sincero è ripagato con il menefreghismo o ancora peggio con la derisione... io prendo la vanga e comincio a scavarle la fossa. Oppure la brucio e ne disperdo le ceneri, a seconda dei tempi che mi prefiggo...
Perché secondo me le carogne che ancora vivono (o vegetano) devono avere una degna sepoltura, e chi muore amato non deve essere dimenticato mai.
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categoria : amiche, amici, memento moris
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