Cara Vita,
arriva un momento in cui è bene fare i primi bilanci, sperando che non siano gli ultimi... e allora ti dico cara Vita che nel tuo corso ho imparato un mucchio di cose interessanti.
Vuoi saperlo davvero?
Ho imparato che più m'accanisco ad ottenere una cosa, più la perdo. Ci ho provato miliardi di volte, ed ogni volta col medesimo risultato. Ed ogni volta ne sono uscita con un senso di umiliazione enorme.
I desideri non sono impossibili da realizzarsi. Sarebbe sciocco rassegnarsi sulle cose pratiche e vivere senza alcun volo ideale. L'uomo non può consacrare la sua esistenza soltanto alle necessità fisiologiche, da che mondo è mondo ha bisogno di sognare. Ciò che è sbagliato è dipendere dai desideri per essere felici.
Imprecare, arrabbiarsi, piangere, fare del sarcasmo, attuare strategie "vincenti", tirare calci al prossimo o palate di merda a sé stessi, non serve a nulla per ottenere ciò che si desidera.
Forse con un po' di fortuna si potrà arraffare qualcosa al momento (di materiale), ma nulla di veramente importante.
L'arroganza e la supponenza aumentano la distanza tra noi e i nostri desideri, l'umiltà eccessiva e il vittimismo ci rendono soltanto più deboli.
Mi sono chiesta che cosa ottengo. Generalmente, cara Vita, ottengo ciò che non chiedo e che non mi aspetto. Ottengo ciò che mi viene spontaneamente offerto, e che magari sul momento non riesco a capire o non riesco ad accettare (o affrontare).
Sto cominciando ad amare fino in fondo quello che ho, giorno per giorno, senza dare nulla per scontato. Divento umile e scopro la grande forza dell'umiltà (che non è servilismo, è altra cosa).
Quand'ero molto giovane, volevo che tu Vita seguissi me, ora mi accorgo che è l'esatto contrario.
Tu Vita sei stata molto stronza con me. Ma mi hai fatto anche dei regali immensi che non sempre sono riuscita ad apprezzare.
Oggi ho fatto una spesa molto grossa perché mi hanno comprato un quadro (bello, e abbastanza grande).
Non ci crederai Vita, ma avevo quasi le lacrime agli occhi per la gioia e l'eccitazione, come se stessi entrando per la prima volta in un supermercato.
Vedo molte persone che vanno al supermercato tutti i giorni, alcuni stipano il carrello oltre ogni immaginazione (paradossalmente proprio quelli che ammassano roba con maggiore foga, hanno certe facce tristi e certi sguardi vuoti...). Anch'io la spesa la faccio tutti i giorni, ma come tanta gente (sempre di più) devo essere parsimoniosa e mortificarmi su tutto.
Oggi ho riempito il carrello senza fretta, con rispetto, ma completamente, gustandomi con i cinque sensi e specialmente con la vista tutto quel ben di Dio che forse per un po' di tempo mi mancherà di nuovo... ho preso le cose migliori.
Ho gioito nel metterci le arance, la carne, la bresaola, il salmone, i pomodorini, il riso basmati, il burro biologico, l'olio novello... quello buono toscano, diversi tipi di pasta di grano duro, i peperoncini ripieni, e tante altre cose.
Oggi ho cucinato una bistecca alla fiorentina, è stata una festa per me. Mi sarei messa a ballare per la felicità, ma sono ancora un po' debole per la convalescenza.
Ti ho ringraziato Vita, quando ho acceso una candela rossa e quando ho sentito il profumo della bistecca spandersi per la cucina. Scusami, forse questo post non piacerà ai vegetariani, ma un profumo così non lo sentivo da molti mesi.
So che il mio povero amore, che è morto la sera di Natale di qualche anno fa, ucciso da un aneurisma all'aorta dell'addome, avrebbe apprezzato con me e condiviso la gioia di questi attimi. Forse avrebbe ballato con me, per la strada, come faceva sempre, trattandosi di un pazzo scatenato.
Pazienza, cara Vita, se resterò per il resto dei miei giorni senza un uomo, senza un amore. E' inutile che continui a chiedermi perché, a domandarmi se sono abbastanza bella o meritevole. Non ha importanza questo. Sono domande che servono soltanto a far lievitare la rabbia e i sensi di colpa, a mortificarsi senza ottenere nulla. Inutile far piovere sul bagnato.
Ha importanza soltanto che apprezzi l'amore che c'è in me, che lo coltivi, che lo faccia crescere ancora. Fino alla fine dei miei giorni.
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