Per ringraziarti di tutto quello che ci siamo dati, e delle tue lettere, che per stupida ironia della sorte sono andate distrutte con un virus al mio pc.
Di tante storie e storiellette, che mi hanno lasciato piena di rabbia e di belle pagine di letteratura, avrei preferito tenere le tue e non quelle di pinco e pallino. Perché anche se non scritte da un sommo poeta, da un artista maledetto o da un menestrello angelicato, almeno erano semplici e sincere.
E in quel momento della mia vita, attraverso le lacrime di gioia che hanno sciolto il ghiaccio intorno al cuore, mi hanno dato delle emozioni indescrivibili.
Prendersi è facile, e lasciarsi non lo è per niente.
Le storie d'amore o di sesso e tenerezza sono destinate a finire quasi sempre (a meno che non si trasformino in qualcos'altro, convivenza o matrimonio oppure amicizia).
Le storie si lasciano degli strascichi pesanti dietro. Strascichi che nessuno vorrebbe portare ma tutti si sentono obbligati a farlo.
Non si capisce come mai, ma la fine di una relazione si porta dietro tutta l'immondizia che abbiamo nel cervello. Come quei grumi di detriti che per le correnti dell'aria e dell'acqua si formano attorno a un semplice filo diritto.
Perché l'amore (o quello che è) quando finisce, a volte può diventare una guerra. Una guerra dalla quale nessuno esce vinto o vincente, ma tutti coglioni, eppure proprio non si può fare a meno di combatterla.
E allora come in guerra si formano le fazioni e gli amici dovrebbero allearsi con la nostra frustrazione.
Mi fa onore che qualcosa nella mia vita sia finito bene. Bene non significa senza ferite e senza sanguinare, che purtroppo questo è il prezzo della metamorfosi dei rapporti umani (quanto è difficile cambiare pelle)... bene significa con dignità, con lealtà reciproca e con amicizia sincera.
E' tutto quello che posso donarti e che posso pretendere da te.
E' così incredibilmente leggero, che il mio cuore vola come una piuma oggi.
Augh.
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