ululato da Pralina alle ore 02:43 domenica, 14 ottobre 2007
Mi dispiace che questo post sarà un pugno nello stomaco per voi, ma immaginate come possa stare io... se non avete voglia di piangere, se, come mi ha detto un ex lettore, io "piango troppo", cambiate pure blog.
Alle 20 ho fatto la trasmissione in radio sapendo, da appena due ore, che era morto un mio carissimo amico e un fratello di ideali.
Ho tenuto duro fino alla fine, voglio dire a parlare davanti a un microfono, ma non è stato facile.
E pensare che un mio ex lettore mi ha scritto che i miei "capricci" (riferito al blog) gli "scivolano addosso". Io a volte scrivo cose bizzarre, a volte strane o inusuali, discutibili probabilmente forse contestabili... ma quale cazzo di capricci così insopportabili faccio in questo blog da meritare il cinismo addirittura di un lettore che è diventato ex, ditemelo voi se possibile (sì, ditemelo).
E adesso parlo di cose fondamentali non di capricci, parlo della vita e della morte, perché a me queste persone invidiose mi fanno soltanto vomitare e nella nostra esistenza sono poche le cose che importano veramente.
Per rispetto della famiglia, non metto il suo nome sul blog... uno dei miei amici più cari, l'amico di mio figlio e il nostro dentista, questa mattina all'alba è morto di cancro, malattia contro la quale combatteva da molti anni. La chemio non funzionava più. Finalmente ha trovato un po' di pace dopo tante sofferenze, in una dignità esemplare.
Era un uomo intelligente, un compagno fedele e rispettoso del gentilsesso, un amico fantastico, un grande lettore, con una mentalità anticonformista, versatile e aperta... con uno spirito libero, curioso e dialettico... con un animo mite e gentile... con un cuore immenso... con una figura poco alta, minuta, con due grandi limpidi occhi azzurri, e un sorriso dolcissimo. Dignitoso, lo è sempre stato, nel suo modo di presentarsi, nella sua immensa umanità.
Aveva 57 anni G., ma ne dimostrava dieci di meno, il suo volto e soprattutto la sua espressione era da ragazzo un po' birbone, gli mancava soltanto il ricciolo sulla fronte.
La sua voce era gioviale e simpatica, molto giovanile.
Lo conoscevo da quindici anni, e da quindici anni per me era un faro. Non ci frequentavamo molto, ma la sua presenza per me era una cosa certa.
Mi è stato vicino in due momenti terribili della mia vita: l'abbandono vigliacco di un mio ex, e la morte del mio compagno nel 2001 per aneurisma all'aorta dell'addome. E' stato vicino a me, con discrezione e con dolcezza, senza mai dire una parola di troppo.
Ha curato i miei denti e quelli di mio figlio, e la cifra che mi ha chiesto non ve la dico perché mi viene da piangere (non era un essere di questa terra, no, non lo era).
Era buono, ma anche schietto e semplice G., e da buon fiorentino con un po' di sangue romagnolo diceva solo quello che pensava. Poteva darti dell'imbecille. Ma era anche pronto ad ascoltare le ragioni degli altri, aveva una pazienza incredibile con tutti. E quanto amava i suoi amici.
"Li vedi tutti questi quadri? Sono di pittori che vengono a curarsi i denti e non possono pagare" "Belli" "Sì, ma io non volevo aprire una galleria ma uno studio dentistico. E tu lo sai che mi portano anche un monte di bottiglie di vino?" "Buone" "Sì, ma io non volevo aprire un'osteria... o diventare alcolista".
L'ho sognato, G. che suonava il pianoforte. "Sai ti ho sognato che suonavi il pianoforte" "Nudo?".
Non lo cercavo spesso, per non disturbarlo, perché anch'io sono una persona discreta. Perché G. non era soltanto forte, era anche fragile e provato con la salute. A volte gli lasciavo soltanto un messaggio in segreteria la sera tardi, o gli scrivevo una lettera di carta con la mia bella grafia rotonda per dirgli che stavo bene (anche quando non era vero) e che lo abbracciavo forte, e abbracciavo con lui la sua splendida compagna. Una volta gli inviai una rosa, ma avrei dovuto mandargli l'intero roseto.
Mi bastava sentire la sua voce per telefono ogni tanto, era una cosa incredibile... non si può nemmeno immaginare quale potere aveva di dare un sollievo alle persone.
Perché lui, al contrario di tanti, gli amici li ascoltava davvero. Non con le solite frasi scontate e di rito, pronte a "liquidare" in via amichevole qualsiasi seccatore, ma con silenzi che significavano un ascolto attento e poi, la sua voce cambiava d'inflessione, diventava dispiaciuta o compiaciuta, con una semplicità disarmante. E poi, aveva sempre la battuta pronta, e sapeva ridere (ma mai per deridere gli altri, no, lui era un signore educato).
L'ultima volta che ci siamo sentiti, mi ha chiamata proprio lui, gli ho chiesto come stai e lui con la solita dolcezza sorridente "Ma... no, non bene, no direi di no, ma si tira avanti"... mi ha detto che mi ascoltava in radio, si è scusato di non essere potuto venire alla presentazione del mio libro, era così dispiaciuto, ma insieme complice e... "Lo sai che ti ammiro molto Pralina, quanto mi avrebbe fatto piacere esserci alla presentazione del tuo libro non sai, sono stato combattuto fino all'ultimo, maremma... che casino, una coppia di due miei amici hanno litigato e sono andato a cena da loro in occasione di un compleanno che cadeva proprio quel giorno per cercare di fargli cambiare idea" "Non importa, dai, ci sarà un'altra occasione" "Naaa... che occasione? Un ce n'è d'altre occasioni!" "Lo so, poco tempo per tutti" "Gli è quello il guaio, Pralina, che si sta tutti così... oh, ti devo proprio lasciare!" e poi con la voce emozionata ma ferma, prima di poter tradire un turbamento, mi ha salutata.
Chissà forse voleva dirmi addio, mi ha regalato un sorriso e una pace interiore pazzesca... forse era un angelo G. e non lo sapeva proprio.
Ed io non sapevo che sarebbe stata la nostra ultima telefonata.
Forse era un angelo davvero, perché nella sua vita di persone ne ha aiutate tante, vorrei dirgli che è stato il Robin Hood dei dentisti, che faceva pagare molto solo a chi se lo poteva permettere, gli altri, quelli poveri, li aiutava curando i denti gratis.
Ecco il mio capriccio di questa notte, ho sputato sangue in radio ma la mia trasmissione l'ho fatta e ho riso con un pugnale infilzato nel cuore, pensando a lui. Ho fatto il mio show, ho riso per far ridere gli altri, e li ho fatti (vi ho fatti) divertire.
E poi sono andata a farmi un giro con Fikasicula e mi sono mescolata con una folla di giovani che ascoltavano musica ipnotica.
E adesso sono qui, mutilata di questa parte importante di me, incazzata e incredula, che penso che nei giorni scorsi ho perso tantissimi capelli... ciocche intere di capelli... che oggi mi sono detta "E' come se facessi la chemio, che cosa assurda" (era un presagio da sciamana?)... e mi chiedo perché la morte prematura ha colpito una persona così buona, che lo penso come un fratello e le lacrime mi sgorgano da entrambi gli occhi, e che lo ringrazio con tutto il cuore per tutto quello che mi ha dato, e per quelle sue espressioni da monello che non dimenticherò mai.
Mio Robin Hood dei dentisti, che tu possa trovare un milione di anni luce per ogni dente che hai curato.
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