Dopo avervi parlato delle mie difficoltà di figlia, ma anche le piccole soddisfazioni stronzette che l'incoscienza regala a tutti in egual misura, voglio raccontarvi delle gioie e dolori della mia fase di neo-mamma.Partorii il 25 settembre 1989. La gravidanza era andata benissimo, volevo fare un parto in casa che non equivale proprio a dire party... però ci avrei provato volentieri.
Per raggiungere lo scopo, mi preparai diligentemente al corso con lo yoga dolce per gestanti e gli esercizi di gestalt, non chiedetemi cos'è perché non me lo ricordo... le sigarette non le ho mai fumate (solo i sigari ah ah!), rinunciai a vino e birra e mi misi a dieta, sì avete letto bene a dieta, senza mangiare un dolce per tutta la gravidanza, camminai tantissimo... studiai uno scaffale di libri di ostetricia e ginecologia, messo gentilmente a disposizione dalle Ostetriche del Marsupio (associazione fiorentina per il parto a domicilio). Alla fine del corso, ero preparatissima e sapevo tutto di storia del parto dalla preistoria all'epoca attuale, e poi ancora di amniocentesi, esami dei villi coriali, posizione podalica, epidurale, episiotomia, tanto che avrei potuto tenere un corso di aggiornamento ai chirurghi di Careggi... il mio peso era calato a discapito della pancia che era enorme, il pancione me lo massaggiavo tutti i giorni in doccia con guanto di crine dopo essermi fatta applicazioni di argilla verde... le analisi erano perfette, con un tasso di ferro persino superiore alla norma, la pressione andava benissimo, la carrozzeria era a posto, avevo fatto le tre ecografie di prassi (dalle quali risultava tutto a posto, nell'ultima il piccolo faceva persino "ciao" con la manina mentre con l'altra si ciucciava un dito... giuro!).
Ma il bambino caparbio com'è tuttora, non voleva proprio saperne di nascere, e così arrivai alla fine del nono mese entrando nel decimo, con un senso di smaronamento bestiale.
I motivi che mi avevano fatto scegliere il parto a domicilio erano questi: non volevo troppi medici saccenti a pontificare sulla mia pancia (dato che quando sono stata malata di asma bronchiale mi hanno praticamente rovinato con il cortisone elargito allegramente e generosamente in età dello sviluppo), ma soprattutto ero certa che il parto in casa mi avrebbe garantito il contatto fisico con il mio bambino senza limiti di tempo, e una indimenticabile intimità col mio compagno e con poche persone care, da me scelte.
Ma vi pare che la vita possa assecondare i nostri desideri, solo in virtù del fatto che i desideri sono belli? ahahahahahaha! se lo pensate, siete fritti. Da qui inizia la storia horror. Avvertenze. Chi è debole di cuore e di stomaco, può smettere di leggere e non vada oltre queste righe.
La mia pancia enorme, grande come se dovesse contenere due gemelli, si trascinava con me in ogni luogo. Era la fine dell'estate, faceva un caldo infernale.
Tutti si sentivano in diritto di dirmi qualcosa sul sesso del nascituro. E le signore di una certa età, in coda alla ASL per i prelievi di sangue, mi facevano pronostici disastrosi sul mio parto.
E come se non bastasse, la mia ex suocera (non a caso ex) mi telefonava ogni sera, per ansimarmi al telefono che se la gravidanza era stata perfetta, e non come lei aveva previsto (che avrei abortito) non dovevo farmi illusioni sul parto... sarebbe stato un disastro!
E non contenta, aggiungeva pure che sarebbe stata una grande fortuna, se avessi avuto almeno un po' di latte, almeno per i primi tre mesi. Altrimenti "povera figliola" (così diceva) "dovranno aiutarti con il latte artificiale!".
Vidi mio marito incazzarsi abbestia con sua madre. Non l'aveva mai fatto. Mai visto un uomo incazzarsi con sua madre per difendere la moglie. Forse perché una sera mi trovò che piangevo a dirotto, china sulla vasca da bagno. Mi regalò una segreteria telefonica.
Successe quello che molti speravano. Il parto andò veramente male, anche peggio.
Avete presente il film Il senso della vita dei Monty Python?
Dovetti ricoverarmi in ospedale (Ponte a Niccheri) all'ultimo momento, perché la notte del 24 settembre si erano rotte le acque, ma non avevo contrazioni. Litigammo col medico di guardia, perché mi trattò malissimo, come se la colpa del ricovero in fretta e furia fosse mia. Fu sgarbato e mi fece male durante la visita. Mi sventolò davanti la mia cartella clinica e mi disse che se non avessi accettato i trattamenti medici, per lui avrei potuto anche andarmene. Gli dissi che io non contestavo affatto l'uso dei farmaci indispensabili a salvare la vita di mio figlio, ma dovevo essere informata di tutto quello che mi avrebbero fatto, perché era nei miei diritti, e gli diedi dell'ignorante. Il borioso sparì nel suo ufficio. Dopo alcune ore, entrò in turno un'ostetrica dell'ospedale molto gentile. Mio marito chiamò la nostra, quella del parto in casa, perché venisse a incazzarsi per me.
Nonostante le mie proteste, perché volevo stare in piedi per tutta la durata del travaglio e del parto, mi misero a letto e mi legarono al ventre una cinghia stretta e aderente per sentire i battiti del suo cuoricino. Per ore il cuore del mio bimbo fu portato a un volume come un concerto heavy metal (così loro potevano allontanarsi e sentirlo lo stesso, ma io restavo lì).
Alla fine del travaglio mi dissero che potevo fare il taglio cesareo (che volpi, eh?), ma il collo dell'utero era già tutto dilatato.
La mia ostetrica tedesca, tenendomi la mano stretta, mi disse "Resisti, hai capito? tu non chiedere anestesia, puoi farcela anche senza anestesia, devi essere forte!". Per un attimo la vidi con elmo e corna in testa, come una guerriera germanica. Le dissi "Ricevuto, vinceremo". Entrerò nel Walhalla per questo.
Mi misero due flebo di ossitocina per farmi avere le contrazioni, e infine una di un farmaco antagonista per decelerarle, perché il piccino, se le contrazioni erano troppo forti, aveva difficoltà col cuoricino.
Non voleva nascere. Veniva fuori con la testolina e poi tornava indietro. Si puntellava coi piedini sul fondo dell'utero e faceva lo yo-yo.
Io non urlavo e non piangevo, contavo (sì, contavo, uno due tre quattro cinque...), perché al corso me l'avevano spiegato e quindi sapevo che le contrazioni hanno una durata di tot secondi e le pause pure, infatti nella mia testa riuscivo a controllarle bene, respiravo forte come mi diceva la mia ostetrica e restavo immobile a occhi chiusi.
Mi aprirono manualmente la membrana, perché questo zuccone l'aveva tappata con la testa. Mi misero sotto i riflettori. Rumore assordante di carrelli, macchinari, mancava soltanto il fonico e il truccatore per le ultime riprese. Era quasi mezzogiorno, per la precisione le 11,20. La sala parto era stipata fino all'inverosimile, contai almeno dodici persone, fra il primario, le due osteriche, le comparse e gli infermieri che entravano e uscivano, tipo film dei fratelli Marx; c'era pure una studentessa di medicina che prendeva note. Alla faccia dell'intimità. Provavo vergogna della mia passera messa così in mostra, davanti al Bazar delle Follie, ma stavo troppo male per esprimerla. La guardai e lei mi sorrise dolcemente, con compassione. Odio essere compatita. Le avrei sputato in faccia. A ogni scusa che mi chiedevano, ero tentata di rispondere con un vaffanculo, ma non mi usciva un filo di voce.
Riuscirono ad attaccare la ventosa alla testa di mio figlio, e lo fregarono così. Fu come pescare un pesciolino dispettoso dal profondo di un lago.
Finalmente il piccolo (ora è alto 1.80) nacque. Per un attimo pensavo che fosse morto perché non piangeva. Dopo qualche secondo interminabile emise appena un lieve vagito, roco, sembrava la voce di Janis Joplin quando canta "Summertime".
Nessuno mi disse nulla, solo la mia ostetrica disse "è andata... ce l'hai fatta!", mentre suo padre si asciugava il sudore dalla fronte. Chiesi "ma... è vivo? oddio!".
Era bellissimo, rosso di capelli, con gli occhietti scuri, spiccatamente a mandorla, e una bocca fantastica che sembrava disegnata, ma allora lo intravidi appena perché lo portarono subito sul tavolo e quattro o cinque infermieri gli furono davanti per legargli il cordoncino. Chiesi di vederlo, suo padre dovette ripetere la mia richiesta perché nessuno mi ascoltava, me lo portarono già vestito, dentro la tutina azzurra che era troppo grande per lui. Era perfetto. Alto 52 centimetri e mezzo. Pesava 3 kili e 350.
Lo guardai in volto e gli feci una piccola carezza. Da come si comportavano tutti, sembrava quasi che il contatto con il mio corpo l'avrebbe contaminato. Dovevano ricoverarlo a pediatria in osservazione, nella culla termica, per "difficoltà alla nascita". Mio marito piangeva come un vitello tonnato.
Dissi "Ora mi alzo e scendo da questo cazzo di lettino" ma una mano "amica" di una infermiera mi fermò, perché sarei caduta. Per estrarmi la placenta, mi avevano forata come un colabrodo. Mi cucirono l'episiotomia, un bello sbrego di taglio fino all'ano. Non sentivo più le gambe.
Dormii tre ore, poi tornai alla carica. La sera stessa, dopo avere raccontato tutto per filo e per segno alle mamme che stavano con me, con un quintale di battute al vetriolo; firmai di mia spontanea iniziativa il foglio di dimissioni da ginecologia. Le mie compagne di stanza mi dissero che a forza di farle ridere, rischiavo di compromettere i loro punti di sutura.
Andai al piano superiore dov'era il mio piccolo, l'ascensore era guasto e ci andai a piedi.
Mi ero appena sciolta tutte le treccine che avevo in testa e sembravo la copia femminile di Caparezza. La mia maglietta a righe rossa e bianca, non mi dava un'aria molto seria. Sì, sembravo proprio un clown.
A pediatria chiesi di allattarlo dalle prime ore. Dissi che era importantissimo perché era un bimbo con familiari sofferenti di allergie e quindi il latte materno lo avrebbe protetto da questo rischio. Mi guardarono come se fossi pazza. Sì, era possibile, ma dopo la trafila. E dopo che l'inserviente aveva finito di lavare i pavimenti. Non era possibile che non la conoscessi, la trafila. Il piccino doveva sottostare a tabelle e orari rigidissimi. E pure io. Per una settimana: tanto durò il suo ricovero.
Dopo ogni poppata veniva pesato, e siccome non cresceva tot grammi, mi dissero che non avevo abbastanza latte, che perciò dovevo rassegnarmi: l'avrebbero messo con l'integrazione di latte artificiale. Mi misi a piangere. Un'infermiera disse con mio (ex) marito che dovevo stare tranquilla. Lui mi riferì con aria supplichevole che dovevo fare la brava. Gli risposi spazientita, che anziché dare retta a quelli della Gestapo, mi procurasse piuttosto delle tisane di anice e finocchio selvatico (favoriscono la lattazione) e me le portasse fredde in thermos due volte al giorno, che in ospedale non le conoscono le tisane, ma anzi per cena ti danno da mangiare i fagioli che sono veleno per una donna che allatta.
Ma guarda te!
Una madre si sente putacaso portare via il bambino alla velocità della luce appena fiondato fuori dall'utero, che non è un contenitore ma una cosa viva, e dopo... se è sfortunata come lo sono stata io... per allattarlo al seno deve fare braccio di ferro!
Alla signora che era in camera con me, le dissero (parole testuali) "signora, ma lei è pazza!" perché secondo loro allattava troppo. Un'altra aveva il problema opposto: il poco latte che aveva le era sparito subito, ma guardacaso per lo stress da sentirsi ripetere che non ce l'avrebbe mai fatta. Un'altra ancora girava per il corridoio con un muso lungo due metri e un tiralatte, perché da un seno non le veniva nemmeno una goccia a causa di un incidente, e quelli, con immenso garbo, glielo facevano pesare.
Le leggende sulla depressione post partum che si raccontano sono molteplici: in realtà te la fanno venire loro. Sono loro i veri depressi!
Io ero così tranquilla che dalle tette divenute enormi dopo la montata lattea (avvenuta in sogno, lo giuro... mentre sognavo di essere nella Via Lattea) mi sgorgavano fiumi di latte, bastava che sentissi piangere un bambino qualsiasi e lo zampillo non si faceva attendere... avevo la camicia da notte fradicia e la situazione era persino ridicola in confronto alle loro affermazioni... ma la capo pediatra (anzi kapò) mi disse che siccome il piccino non prendeva esattamente la quantità stabilita e segnata sulla tabella, perché magari in quel momento aveva voglia anarchicamente di ronfare e non di poppare, stavo "affamando" mio figlio e quindi il giorno dopo l'avrebbero messo a integrazione di latte artificiale.
Intanto, incurante di queste diatribe da operetta sui grammi di latte non ricevuti, il mio cucciolo continuava a dormire, non piangeva mai. Dormiva e basta, con un'espressione beata.
Perfortuna ci furono anche medici gentili e disponibili. Un pediatra gentilissimo mi aiutò ad uscire da quel lager (sono ironica, non vorrei che qualcuno prendesse troppo sul serio, che poi mi ritrovo ancora con una lettera di diffida come quella che mi scrisse di suo pugno l'allora presidente della ASL di Bagno a Ripoli). Spero tanto che la situazione sia cambiata, da allora in fondo sono passati quasi 17 anni. E so d'essere stata particolarmente sfortunata... tante volte dipende solo dai turni del personale, sbagli un turno e sei fregata, ma se prendi quello giusto con il primario femminista e se sei brava (cioé veloce a partorire e nel trend delle tabelle di marcia) tutto ti sorride... come nella pubblicità... sono sicura che altre donne alle quali il parto è andato liscio come l'olio, hanno avuto esperienze bellissime anche in ospedale. Persino a Ponte a Niccheri.
Dopo un paio di settimane, chiamai la mia ostetrica a casa per farmi togliere i punti, sul letto. Avrei dovuto farlo in ospedale, ma... con la sfiga che ho avuto, meglio rischiare la setticemia che trovarmi di nuovo davanti Cicci la guardia medica di Scandicci.
Morale della favola.
La prima notte che passai a casa, dopo quella esperienza, venne un angelo in sogno ed ebbi un orgasmo, mentre sognavo. Giuro!
Allattai mio figlio 13 mesi, senza mai pesarlo né prima né dopo la poppata. E lasciandolo libero di scegliersi i suoi orari. E anche di smettere quando voleva.
E' diventato quel colosso che è, nel ruolo di pilone di rugby. Alla faccia... sì sì, l'ho proprio affamato!!!!!!
* aggiunta post 26 giugno ore 16.27 - un commento (non loggato) ricevuto oggi:<< Ciao :)
Anch'io corso al Marsupio, illusione di parto in casa e poi un bel cesareo (il 24 giugno 2003) con le care infermiere a gufare dicendo che chi fa il cesareo poi non allatta. Beh...ho allattato un anno tondo tondo! :)
Bel post, i miei complimenti :)
Annika >>
Per raggiungere lo scopo, mi preparai diligentemente al corso con lo yoga dolce per gestanti e gli esercizi di gestalt, non chiedetemi cos'è perché non me lo ricordo... le sigarette non le ho mai fumate (solo i sigari ah ah!), rinunciai a vino e birra e mi misi a dieta, sì avete letto bene a dieta, senza mangiare un dolce per tutta la gravidanza, camminai tantissimo... studiai uno scaffale di libri di ostetricia e ginecologia, messo gentilmente a disposizione dalle Ostetriche del Marsupio (associazione fiorentina per il parto a domicilio). Alla fine del corso, ero preparatissima e sapevo tutto di storia del parto dalla preistoria all'epoca attuale, e poi ancora di amniocentesi, esami dei villi coriali, posizione podalica, epidurale, episiotomia, tanto che avrei potuto tenere un corso di aggiornamento ai chirurghi di Careggi... il mio peso era calato a discapito della pancia che era enorme, il pancione me lo massaggiavo tutti i giorni in doccia con guanto di crine dopo essermi fatta applicazioni di argilla verde... le analisi erano perfette, con un tasso di ferro persino superiore alla norma, la pressione andava benissimo, la carrozzeria era a posto, avevo fatto le tre ecografie di prassi (dalle quali risultava tutto a posto, nell'ultima il piccolo faceva persino "ciao" con la manina mentre con l'altra si ciucciava un dito... giuro!).
Ma il bambino caparbio com'è tuttora, non voleva proprio saperne di nascere, e così arrivai alla fine del nono mese entrando nel decimo, con un senso di smaronamento bestiale.
I motivi che mi avevano fatto scegliere il parto a domicilio erano questi: non volevo troppi medici saccenti a pontificare sulla mia pancia (dato che quando sono stata malata di asma bronchiale mi hanno praticamente rovinato con il cortisone elargito allegramente e generosamente in età dello sviluppo), ma soprattutto ero certa che il parto in casa mi avrebbe garantito il contatto fisico con il mio bambino senza limiti di tempo, e una indimenticabile intimità col mio compagno e con poche persone care, da me scelte.
Ma vi pare che la vita possa assecondare i nostri desideri, solo in virtù del fatto che i desideri sono belli? ahahahahahaha! se lo pensate, siete fritti. Da qui inizia la storia horror. Avvertenze. Chi è debole di cuore e di stomaco, può smettere di leggere e non vada oltre queste righe.
La mia pancia enorme, grande come se dovesse contenere due gemelli, si trascinava con me in ogni luogo. Era la fine dell'estate, faceva un caldo infernale.
Tutti si sentivano in diritto di dirmi qualcosa sul sesso del nascituro. E le signore di una certa età, in coda alla ASL per i prelievi di sangue, mi facevano pronostici disastrosi sul mio parto.
E come se non bastasse, la mia ex suocera (non a caso ex) mi telefonava ogni sera, per ansimarmi al telefono che se la gravidanza era stata perfetta, e non come lei aveva previsto (che avrei abortito) non dovevo farmi illusioni sul parto... sarebbe stato un disastro!
E non contenta, aggiungeva pure che sarebbe stata una grande fortuna, se avessi avuto almeno un po' di latte, almeno per i primi tre mesi. Altrimenti "povera figliola" (così diceva) "dovranno aiutarti con il latte artificiale!".
Vidi mio marito incazzarsi abbestia con sua madre. Non l'aveva mai fatto. Mai visto un uomo incazzarsi con sua madre per difendere la moglie. Forse perché una sera mi trovò che piangevo a dirotto, china sulla vasca da bagno. Mi regalò una segreteria telefonica.
Successe quello che molti speravano. Il parto andò veramente male, anche peggio.
Avete presente il film Il senso della vita dei Monty Python?
Dovetti ricoverarmi in ospedale (Ponte a Niccheri) all'ultimo momento, perché la notte del 24 settembre si erano rotte le acque, ma non avevo contrazioni. Litigammo col medico di guardia, perché mi trattò malissimo, come se la colpa del ricovero in fretta e furia fosse mia. Fu sgarbato e mi fece male durante la visita. Mi sventolò davanti la mia cartella clinica e mi disse che se non avessi accettato i trattamenti medici, per lui avrei potuto anche andarmene. Gli dissi che io non contestavo affatto l'uso dei farmaci indispensabili a salvare la vita di mio figlio, ma dovevo essere informata di tutto quello che mi avrebbero fatto, perché era nei miei diritti, e gli diedi dell'ignorante. Il borioso sparì nel suo ufficio. Dopo alcune ore, entrò in turno un'ostetrica dell'ospedale molto gentile. Mio marito chiamò la nostra, quella del parto in casa, perché venisse a incazzarsi per me.
Nonostante le mie proteste, perché volevo stare in piedi per tutta la durata del travaglio e del parto, mi misero a letto e mi legarono al ventre una cinghia stretta e aderente per sentire i battiti del suo cuoricino. Per ore il cuore del mio bimbo fu portato a un volume come un concerto heavy metal (così loro potevano allontanarsi e sentirlo lo stesso, ma io restavo lì).
Alla fine del travaglio mi dissero che potevo fare il taglio cesareo (che volpi, eh?), ma il collo dell'utero era già tutto dilatato.
La mia ostetrica tedesca, tenendomi la mano stretta, mi disse "Resisti, hai capito? tu non chiedere anestesia, puoi farcela anche senza anestesia, devi essere forte!". Per un attimo la vidi con elmo e corna in testa, come una guerriera germanica. Le dissi "Ricevuto, vinceremo". Entrerò nel Walhalla per questo.
Mi misero due flebo di ossitocina per farmi avere le contrazioni, e infine una di un farmaco antagonista per decelerarle, perché il piccino, se le contrazioni erano troppo forti, aveva difficoltà col cuoricino.
Non voleva nascere. Veniva fuori con la testolina e poi tornava indietro. Si puntellava coi piedini sul fondo dell'utero e faceva lo yo-yo.
Io non urlavo e non piangevo, contavo (sì, contavo, uno due tre quattro cinque...), perché al corso me l'avevano spiegato e quindi sapevo che le contrazioni hanno una durata di tot secondi e le pause pure, infatti nella mia testa riuscivo a controllarle bene, respiravo forte come mi diceva la mia ostetrica e restavo immobile a occhi chiusi.
Mi aprirono manualmente la membrana, perché questo zuccone l'aveva tappata con la testa. Mi misero sotto i riflettori. Rumore assordante di carrelli, macchinari, mancava soltanto il fonico e il truccatore per le ultime riprese. Era quasi mezzogiorno, per la precisione le 11,20. La sala parto era stipata fino all'inverosimile, contai almeno dodici persone, fra il primario, le due osteriche, le comparse e gli infermieri che entravano e uscivano, tipo film dei fratelli Marx; c'era pure una studentessa di medicina che prendeva note. Alla faccia dell'intimità. Provavo vergogna della mia passera messa così in mostra, davanti al Bazar delle Follie, ma stavo troppo male per esprimerla. La guardai e lei mi sorrise dolcemente, con compassione. Odio essere compatita. Le avrei sputato in faccia. A ogni scusa che mi chiedevano, ero tentata di rispondere con un vaffanculo, ma non mi usciva un filo di voce.
Riuscirono ad attaccare la ventosa alla testa di mio figlio, e lo fregarono così. Fu come pescare un pesciolino dispettoso dal profondo di un lago.
Finalmente il piccolo (ora è alto 1.80) nacque. Per un attimo pensavo che fosse morto perché non piangeva. Dopo qualche secondo interminabile emise appena un lieve vagito, roco, sembrava la voce di Janis Joplin quando canta "Summertime".
Nessuno mi disse nulla, solo la mia ostetrica disse "è andata... ce l'hai fatta!", mentre suo padre si asciugava il sudore dalla fronte. Chiesi "ma... è vivo? oddio!".
Era bellissimo, rosso di capelli, con gli occhietti scuri, spiccatamente a mandorla, e una bocca fantastica che sembrava disegnata, ma allora lo intravidi appena perché lo portarono subito sul tavolo e quattro o cinque infermieri gli furono davanti per legargli il cordoncino. Chiesi di vederlo, suo padre dovette ripetere la mia richiesta perché nessuno mi ascoltava, me lo portarono già vestito, dentro la tutina azzurra che era troppo grande per lui. Era perfetto. Alto 52 centimetri e mezzo. Pesava 3 kili e 350.
Lo guardai in volto e gli feci una piccola carezza. Da come si comportavano tutti, sembrava quasi che il contatto con il mio corpo l'avrebbe contaminato. Dovevano ricoverarlo a pediatria in osservazione, nella culla termica, per "difficoltà alla nascita". Mio marito piangeva come un vitello tonnato.
Dissi "Ora mi alzo e scendo da questo cazzo di lettino" ma una mano "amica" di una infermiera mi fermò, perché sarei caduta. Per estrarmi la placenta, mi avevano forata come un colabrodo. Mi cucirono l'episiotomia, un bello sbrego di taglio fino all'ano. Non sentivo più le gambe.
Dormii tre ore, poi tornai alla carica. La sera stessa, dopo avere raccontato tutto per filo e per segno alle mamme che stavano con me, con un quintale di battute al vetriolo; firmai di mia spontanea iniziativa il foglio di dimissioni da ginecologia. Le mie compagne di stanza mi dissero che a forza di farle ridere, rischiavo di compromettere i loro punti di sutura.
Andai al piano superiore dov'era il mio piccolo, l'ascensore era guasto e ci andai a piedi.
Mi ero appena sciolta tutte le treccine che avevo in testa e sembravo la copia femminile di Caparezza. La mia maglietta a righe rossa e bianca, non mi dava un'aria molto seria. Sì, sembravo proprio un clown.
A pediatria chiesi di allattarlo dalle prime ore. Dissi che era importantissimo perché era un bimbo con familiari sofferenti di allergie e quindi il latte materno lo avrebbe protetto da questo rischio. Mi guardarono come se fossi pazza. Sì, era possibile, ma dopo la trafila. E dopo che l'inserviente aveva finito di lavare i pavimenti. Non era possibile che non la conoscessi, la trafila. Il piccino doveva sottostare a tabelle e orari rigidissimi. E pure io. Per una settimana: tanto durò il suo ricovero.
Dopo ogni poppata veniva pesato, e siccome non cresceva tot grammi, mi dissero che non avevo abbastanza latte, che perciò dovevo rassegnarmi: l'avrebbero messo con l'integrazione di latte artificiale. Mi misi a piangere. Un'infermiera disse con mio (ex) marito che dovevo stare tranquilla. Lui mi riferì con aria supplichevole che dovevo fare la brava. Gli risposi spazientita, che anziché dare retta a quelli della Gestapo, mi procurasse piuttosto delle tisane di anice e finocchio selvatico (favoriscono la lattazione) e me le portasse fredde in thermos due volte al giorno, che in ospedale non le conoscono le tisane, ma anzi per cena ti danno da mangiare i fagioli che sono veleno per una donna che allatta.
Ma guarda te!
Una madre si sente putacaso portare via il bambino alla velocità della luce appena fiondato fuori dall'utero, che non è un contenitore ma una cosa viva, e dopo... se è sfortunata come lo sono stata io... per allattarlo al seno deve fare braccio di ferro!
Alla signora che era in camera con me, le dissero (parole testuali) "signora, ma lei è pazza!" perché secondo loro allattava troppo. Un'altra aveva il problema opposto: il poco latte che aveva le era sparito subito, ma guardacaso per lo stress da sentirsi ripetere che non ce l'avrebbe mai fatta. Un'altra ancora girava per il corridoio con un muso lungo due metri e un tiralatte, perché da un seno non le veniva nemmeno una goccia a causa di un incidente, e quelli, con immenso garbo, glielo facevano pesare.
Le leggende sulla depressione post partum che si raccontano sono molteplici: in realtà te la fanno venire loro. Sono loro i veri depressi!
Io ero così tranquilla che dalle tette divenute enormi dopo la montata lattea (avvenuta in sogno, lo giuro... mentre sognavo di essere nella Via Lattea) mi sgorgavano fiumi di latte, bastava che sentissi piangere un bambino qualsiasi e lo zampillo non si faceva attendere... avevo la camicia da notte fradicia e la situazione era persino ridicola in confronto alle loro affermazioni... ma la capo pediatra (anzi kapò) mi disse che siccome il piccino non prendeva esattamente la quantità stabilita e segnata sulla tabella, perché magari in quel momento aveva voglia anarchicamente di ronfare e non di poppare, stavo "affamando" mio figlio e quindi il giorno dopo l'avrebbero messo a integrazione di latte artificiale.
Intanto, incurante di queste diatribe da operetta sui grammi di latte non ricevuti, il mio cucciolo continuava a dormire, non piangeva mai. Dormiva e basta, con un'espressione beata.
Perfortuna ci furono anche medici gentili e disponibili. Un pediatra gentilissimo mi aiutò ad uscire da quel lager (sono ironica, non vorrei che qualcuno prendesse troppo sul serio, che poi mi ritrovo ancora con una lettera di diffida come quella che mi scrisse di suo pugno l'allora presidente della ASL di Bagno a Ripoli). Spero tanto che la situazione sia cambiata, da allora in fondo sono passati quasi 17 anni. E so d'essere stata particolarmente sfortunata... tante volte dipende solo dai turni del personale, sbagli un turno e sei fregata, ma se prendi quello giusto con il primario femminista e se sei brava (cioé veloce a partorire e nel trend delle tabelle di marcia) tutto ti sorride... come nella pubblicità... sono sicura che altre donne alle quali il parto è andato liscio come l'olio, hanno avuto esperienze bellissime anche in ospedale. Persino a Ponte a Niccheri.
Dopo un paio di settimane, chiamai la mia ostetrica a casa per farmi togliere i punti, sul letto. Avrei dovuto farlo in ospedale, ma... con la sfiga che ho avuto, meglio rischiare la setticemia che trovarmi di nuovo davanti Cicci la guardia medica di Scandicci.
Morale della favola.
La prima notte che passai a casa, dopo quella esperienza, venne un angelo in sogno ed ebbi un orgasmo, mentre sognavo. Giuro!
Allattai mio figlio 13 mesi, senza mai pesarlo né prima né dopo la poppata. E lasciandolo libero di scegliersi i suoi orari. E anche di smettere quando voleva.
E' diventato quel colosso che è, nel ruolo di pilone di rugby. Alla faccia... sì sì, l'ho proprio affamato!!!!!!
* aggiunta post 26 giugno ore 16.27 - un commento (non loggato) ricevuto oggi:<< Ciao :)
Anch'io corso al Marsupio, illusione di parto in casa e poi un bel cesareo (il 24 giugno 2003) con le care infermiere a gufare dicendo che chi fa il cesareo poi non allatta. Beh...ho allattato un anno tondo tondo! :)
Bel post, i miei complimenti :)
Annika >>
Commenti
#1 25 Giugno 2006 - 12:47
Complimenti!
Anche io fui allattato per parecchio tempo!
Cavolo un angelo che provoca orgasmi.... ;) :P
Ciao!
#2 25 Giugno 2006 - 13:57
mi hai fatto rivivere tutto il parto... un pò più fortunata di te, in tre ore era fuori e nato esattamente allo scadere del non mese!! ma per il resto... cliniche universitarie di pisa e passera al vento, marito che piange come un vitello, orari e poco latte, integrazione e pesate... per non parlare di ricucitura da una praticente che mi ha fatto vedere le stelle... il piccolo ha 11 anni, 42 di piede ed è alto quasi quanto me, che sono un tappo di 1,60...
bacioni... :-)))
#3 25 Giugno 2006 - 17:19
..meraviglia di scritto!!
come tutto quello che dici e fai tu sei splendida!
grazie un bacio
mony
#4 25 Giugno 2006 - 22:07
ti voglio immensamente bene
sei una donna fantistica sono commossa dal tuo racconto
#5 25 Giugno 2006 - 22:13
L'angelo del sogno certo era Gabriel in differita trafelata E spero che Miss Mary of Bethlehem ne abbia avuto uno uguale (orgasmo naturally) E quella che hai contato è come la mia spiccicata nascita giuro (ma ventanniprima),
tesoro ciaociao.
#6 26 Giugno 2006 - 00:32
senza parole.....
ancora mi chiedo un solo motivo per cui definiscono noi maschietti "sesso forte"....
ho letto tutto d'un fiato...con ammirazione per te...
splendida la suocera.... delicata e sensibile...."maria teresa di calcutta" le faceva un baffo.
( al solito...non si smentiscono mai...da quello che sento da amici sposati).
guerriero navaho saluta con maggiore rispetto donna sioux...( l'arco è meglio che non te lo do....altrimenti ci faccio brutta figura...* _ ^).
ammirato.
un bacione.
mauri
:))))
#7 26 Giugno 2006 - 02:30
mio fratello e mai sorella tra loro gemelli, sono nati quello stesso giorno, solo un anno prima....un bacione dolce pralina e...le parole con la bella immagine sul mio blog nn sono mie...ho dimenticsto di aggiungerci in coda l'autore....sorry!
besos
#8 26 Giugno 2006 - 02:45
che storia!!!! I medici a volte sono davvero stronzi confermo.. secondo me cmq è tutta colpa della ex suocera.. ti ha portato sfiga!!!
Un bacio..
#9 26 Giugno 2006 - 07:31
se tirati su bene...
possono dare delle belle soddisfazioni credo..
pralina donna, anzi Donna.
#10 26 Giugno 2006 - 08:09
Pralina, devo dirti che qualsiasi argomento affronti riesci ad essere splendida. Complimenti! Me lo son letto tutto, alla faccia del telefono che squillava (e che si fot...o, ogni tanto) e del campanellino delle email che continuava a rompere!!!
Ciao Praly, sei una forza! Un bacio grandissimo.
#11 26 Giugno 2006 - 08:20
BUONGIORNO e GRAZIE Franco, lacolf (sì immaginavo cara, le esperienze sono simili a volta anche se ogni parto è diverso dicono, il mio è stato veramente sfigato ma la linea di tendenza è stata questa per tantissimi anni... fra l'altro il taglio cesareo in Italia è praticato molto più di quanto non serva, lo dicono le statistiche), Monicucciola dolce, Infyniticiucciosy, Outtake (tesoro, mi dispiace per tua mamma che ha affrontato un'esperienza simile alla mia, allora vedi che nell'esagerare non dico affatto cose fuori dalla realtà), Mauri (la tua avatar mi piace un sacco caro ;), folata, Akyla, lacrimadipepe =) e Marco (sono molto felice di essere letta da un bolognese, l'ultima volta che è successo, ne è nato un amore travolgente ;)...
^_____^
oggi voglio essere più generosa... baciotti a tutti!!!!!
#12 26 Giugno 2006 - 10:35
da parola di giobbe, di Giobbe Covatta "...e tu donna parorirai con dolore tu uomo lavorerai con fatica... e no cazzo mi son sbagliato ! questi erano i compiti per casa della scorsa settimana."
scherzi a parte ci sarebbero un milardo di cose da dire su questo post, ma te ne dirò solo 2 .La prima è che, guardando le cose come girano adesso non si capisce proprio come sia possibile che la razza umana non si sia estinta, come fosse possibile che le nostre bisnonne crescessero figli senza stole di medici in prima linea che le assistevano, senza tiralatte, latteartificiale, artificioso e artifizi vari.
La seconda cosa è che io ho sempre invidiato le donne per avere la possibilità di affrontare una maternità, sentire un figlio che ti cresce dentro, bè leggendo il post la mia invidia è notevolmente diminuita. :-)
per il resto, stupenda come sempre.
#13 26 Giugno 2006 - 10:48
Grazie, tesoro... beh, se la cosa può servire a consolarti, non rischi di restare incinto (però, con le moderne "tenniche" magari la si potrebbe provare)... però anche se il parto è stato brutto, tutto il resto è stato bellissimo, la gravidanza, il pancione... magari ci riprovo ;)
ghghghghghghghghghghghghgh!!!!!
:DD
#14 26 Giugno 2006 - 11:48
Pralina, tuo figlio è un amore...adesso, vogliamo vedere le foto attuali, eh :)
Serena
#15 26 Giugno 2006 - 12:27
Buondì Serena cara, sai tante volte (mi piacerebbe) ho pensato di postare foto del mio cucciolo attuale, ma c'è un problemuccio nemmeno tanto uccio... anzi one... il fatto che se queste foto ormai appartengono a un cuccioletto di 17 anni fa che ahimé non c'è più (nel formato così), le foto di oggi mi porrebbero davanti un bel veto da parte di mio figlio, che non ama molto l'idea che le sue foto vengano messe in rete... e inoltre, la riconoscibilità... suoi amici che potrebbero sfotterlo, dirgli ti ho visto sul blog di quella grulla di tua madre... insomma, è una faccenduola delicata... mica bazzeccole... magari, proverò a chiederglielo, anche se so già la risposta!!!!!!
^____^
#16 26 Giugno 2006 - 12:29
Sì, sono molto orgogliosa di avere fatto un capolavoro, di tutte le mie opere la più riuscita in assoluto.
Gongolamenti obbligatori, tifo da stadio e reverenza assoluta verso la dea madre che ci ha generato tutti.
YEEEEEEE!!!!!!!!
#17 26 Giugno 2006 - 13:01
quindi, nonostante tutto il casino sorto intorno a lui, il "piccino" è venuto su benissimo...e tu sei una mamma di ferro! se la mia si fosse incazzata così in sala parto, magari sarei diventata anch'io pilone di rugby... :DD
#18 26 Giugno 2006 - 15:19
all'anima del cucciolo....* _ ^
un metro e ottanta...giocatore di rugby....
un esserino delicato....
le mamme.......eh eh eh...
baciottoli....
( p.s...che è l'avatar????.... io parlo navaho....mica parlo sioux?)
:)))
#19 26 Giugno 2006 - 15:46
Ciao :)
Anch'io corso al Marsupio, illusione di parto in casa e poi un bel cesareo (il 24 giugno 2003) con le care infermiere a gufare dicendo che chi fa il cesareo poi non allatta. Beh...ho allattato un anno tondo tondo! :)
Bel post, i miei complimenti :)
Annika
utente anonimo |
#20 26 Giugno 2006 - 15:56
per quanto "horror" possa essere, nulla le toglie quella parte esilarante che fa di questo un Signor Racconto!!!! Sei bravissima!
In merito a tutto quanto detto, recentemente ho regalato alla mia ex-capo ufficio (che aspettava TRE gemelli) un bellissimo libro... "per una nascita senza violenza"... che alla fine riassume tutte le atrocità gratuite che si praticano negli ospedali, senza guardare ciò che è veramente "primario" e indispensabile, come comfort, tranquillità, silenzio, buio... tutte cose "scontate" ma che poi nessuno fa...
Ci vediamo quando torno!!
#21 26 Giugno 2006 - 16:06
Grazie Ala05 (=), Mauri saganne (i baciottoli me li prendo tutti volentieri e li faccio fruttare nel tempo =), Annika (benvenuta!, come vedi ho messo il tuo commento dentro il mio post, come aggiunta, perché mi piace troppo) e Saxhial (ci vediamo? ci scriviamo!!!! ma a me piacerebbe di più vederti... bacissimi cara).
^____^
#22 26 Giugno 2006 - 16:38
Io non fui allattato. :-) Sarà per questo che son venuto su storto? ^____^ La mia mamma non era depressa: solo incazzata con me, che già da neonato dimostravo quant'ero pestifero. :-)))
Bacio anche a te, Cara Pralina
Giuseppe
#24 27 Giugno 2006 - 07:30
Buona giornata da un bolognese purosangue e un bacione condito di sorrisi...
#25 27 Giugno 2006 - 08:31
ciao Pralina, spero almeno nella pubblicazione di un abbraccio per te.
ci stò provando da ieri. (con la pubblicazione di un saluto)
:)
mannaggia a stò splinder!
non penserai che mi dimentico di te?
#27 27 Giugno 2006 - 09:25
Buongiorno Grande Capo Giuseppe, struzzo_nero e Marco (sì, che belli i bolognesi... sigh!)
:DD
Isa dolcissima, mai penserei che ti dimentichi di me!!!! oggi Splinder fa veramente i capricci e sta incasinando tutto, ma meglio comunque di niente, meno male che c'è voglio dire, almeno ci ha dato l'opportunità di conoscerci...
:)))))
#28 27 Giugno 2006 - 11:01
Saranno belli i bolognesi...ma sono più belle/belli i ROMAGNOLI:))
adorata amica mia
un bacione
grazie di tutto
mony
#29 27 Giugno 2006 - 11:11
Grazie Monicucciola :)))), è vero, i romagnoli sono meglio ;), ma hai visto che casino oggi Splinder? non si vedono le immagini, non si vede una mazza...
#30 27 Giugno 2006 - 14:33
Dolce Pralina,
(che Infy e Sussuri non me ne vogliano..) ma mi faceva piacere che tu fossi la prima a sapere che..sono tornata.
:)
mi siete mancati un sacco!ripasserò a recuperare tutti i commenti che ho perso...
una vagonata di bacetti!
IRIS'BACK!!
#31 27 Giugno 2006 - 16:59
di passaggio per un bacio, ma di quelli veramente pestiferi
#34 27 Giugno 2006 - 22:07
i baciottoli te li fai fruttare nel tempo....
mmmm...
fai la brocker? :)))
ho disinvestito dalla francia da un pò...
l'europa è una fregatura...
dove consigli?...
azioni "Tampax"?
o obbligazioni "Knorr"?
* _ ^
ti do altri baciottoli.....
( avrò una fortuna fra una decina d'anni)
:)))
mauri
#35 27 Giugno 2006 - 23:46
Ciaoooooooooooooooooooooooooo
belllllllllaaaaaaaaaaaaaaaaaa
dolllllceeeeeeeeeeeeeeeeee
e simpatcaaaaaaaaaaaaaaa
donnnnnnaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!
Un abbracccccccciiiiiiooooo!!!!
#36 28 Giugno 2006 - 08:09
Buongiornoooo ho gia caldo!!
Amica adorata sono davvero stanca:((
ora mi doccio e poi via si riparte..
un mare di baci
mony
#37 28 Giugno 2006 - 08:34
ho letto tutto d'un fiato..meravigliosa!!!
Non sei l'unica che ho sentito dire certe cose, comunque..purtroppo chi fa il medico e/o l'infermiera non ha capito che sta a contatto con persone UMANE!
Detta cosi pero' mi fa un po paura fare un figlio..anche se lo faro' tra 3 o 4 anni ancora..oddio, quando arriva, arriva..ma preferirei che avesse una cameretta!!cosa che, nel mio spaziossisimo monolocale di 36 mquadrati..non ci sta proprio!!
sono una poveraccia.........sigh!!!!
un bacionissimo!!!!
e comunque, anch'io sono x tisane, yoga, cure naturali in genere...molto meglio quelli..altro che medicine, tabelle assurde ecc..fare la mamma e' la cosa piu naturale del mondo, mica si puo' inquadrare in stupidi numeri!!!!!!!
#38 28 Giugno 2006 - 08:38
Buongiorno carissima, un bacio sempre accompagnato da un sorrisone...Ciao, amica mia!
#39 28 Giugno 2006 - 09:52
maledetto splinder nazista ! speriamo ardentemente in una splinder list che ci liberi dall'oppressore nazista!
:-))))
#40 28 Giugno 2006 - 10:25
Leo, mia dolce stellina, speriamo... qui non si vede una mazza delle immagini che avevo postato... :( AAAAAAAARRRRRRRGGGGH! mi hai rubato la battuta! SPLINDER LIST volevo dirla iooooooo!!!!
:DDD
:*******************
BUONGIORNO e GRAZIE Iris (bentornata trovata!!!! YEEEEEE!!!!), Sinfy, struzzo_nero (ma no! uffi... io continuo a non vedere nulla!), Franco =), Mauri (io faccio fruttare tutto, sempre... baci anche a te ;), Fendin, Monicucciola, Valeria (ti è arrivato il mio libro?) e Marco, come sempre molto dolce e carino...
^____^
#41 28 Giugno 2006 - 13:20
complimenti per il bambino.
da grande diventerà presidente della repubblica.
oppure Moggi.
dipende se gli compri o no un cellulare!
tivibbì
#42 28 Giugno 2006 - 20:33
Ma graaazie Cavatappi!!!! tra Presidente della Repubblica e Moggi un po' di differenza c'è... che dici? il cellulare purtroppo alla fine (dopo anni che lo chiedeva) glielo abbiamo comprato, ma non molto presto come i suoi compagni di scuola, che ce l'avevano in quinta elementare... a presto! ciao! anch'io TIVIBBI'.
^____^
#43 29 Giugno 2006 - 00:29
Graffie miei hari... scusate, ma se parlo con le dita in buocca poi parlo maliffimo... fono commoffa per tutti quefti commenti, che non credo di meritare... fì, ho un cuore... un grande cu...ore!!!!!!
#44 29 Giugno 2006 - 10:28
Praliiiiiiiiiiiiiii!!!!
Il libro e' arrivato ieri!!!!!!!!!!
GRAZZZZZZZIE!!!!!!!!!!!!!!!
Domani vado in posta....!!!
Davvero Grazie..poi ti diro' che ne penso!!Ma gia' l'introduzione me gusta mucho!!!!!
Bacissimi!!!
Valeria
utente anonimo |
#45 02 Luglio 2006 - 17:36
Che bello questo post, alla faccia di chi dice che dopo non ti ricordi niente. Io pure mi ricordo tutto quanto, il mio secondo figlio ci ha messo 9 mesi e 10 giorni..la prima (nell' 88) invece è nata 20 gg prima e pure io volevo camminare avanti e indietro e me l'hanno permesso perchè altrimenti davo i numeri.
Mi hanno spogliata quasi del tutto perchè sudavo e giravo gli occhi. Mi hanno messo pure l'ossigeno al naso, una cretina d'infermiera con le mani che sapevano di mandarino e non se l'era lavate prima di toccarmi il naso stronza..
La dottoressa con asciugamano bianco in mano che mi correva dietro che a un certo punto lo stende in terra e urla: E LO FACCIA QUI ALLORA!
In quel momento mi sono riavuta e per paura di far male al piccolo mi sono decisa a sedermi..ostia com'era brutto, non ha pianto subito e mi sono spaventata. Tutto nero, occhi iniettati di sangue e lividi come un pugile, ma adesso è un bell'11 enne.
Che fatica mamma mia..che male, entrambi i parti con le flebo per farmi venire le contrazioni... Ma ce la fanno tutti e ce l'abbiamo fatta pure noi. E il risultato mi pare buono.
Che bello ricordarlo.
#46 02 Luglio 2006 - 18:00
Ecco vedi, Amerei carissima, purtroppo conferma ciò che dico... e mi dispiace... ma è necessario dirle queste cose. Non è una lamentazione, occorre che il personale che opera negli ospedali prenda sempre più coscienza di queste necessità. Sono sicura che tante persone coscienti e coscienziose lavorano negli ospedali anche ad ostetricia (dovrebbero essercene di più, e più preparate).
Partorire bene, quando tutto va bene, è un'esperienza bellissima e spesso il personale è ben disposto nei confronti delle donne che non hanno problemi... bella forza! eh! dovrebbe funzionare all'arrovescio, che le donne che hanno problemi vengono facilitate, invece le si considera una "perdita di tempo", il tempo è proprio il nodo principale di tutta la questione. Le flebo vengono messe a quasi tutte le donne per accellerare le contrazioni e il taglio cesareo si fa per accellerare il parto. Ti ringrazio tanto per questo tuo contributo. Grazie per la visita e torna a trovarmi... un abbraccio!!!!!
^____^
#47 09 Luglio 2006 - 00:54
Ho avuto una recente esperienza della maternità di Ponte a Niccheri: indiretta (sono un uomo) e positiva (forse per la stessa ragione), D'altronde è passato un secolo e qualche miglioramento era inevitabile. Peccato, perchè il tuo Ospedale bizzoso, irrazionale, bizantino, un po' sadico e così tenacemente e deliziosamente ottuso, era una meraviglia... Roba da farci un film. Per il resto ho apprezzato il tuo stile e condivido una percentuale considerevole delle cose che scrivi. Per essere una donna, non c'è male.
Mario
utente anonimo |
#48 09 Luglio 2006 - 01:14
Grazie Mario per il tuo commento. Sono felice se le cose funzionano, ovviamente.
Come... che cosa... per essere una donna, non c'è male??? uè, uè!!!
:DD
#49 10 Luglio 2006 - 22:57
"Per essere una donna" è palesemente una scherzosa provocazione... C'è dentro anche un po' d'invidia, se vuoi: le donne sono destinate a dominare il mondo, come i cinesi. Le più vispe (come te) sono già salite in vetta e presto arriveranno le altre. Nel mondo che verrà agli uomini non resterà che una funzione di rappresentanza e documentazione: alcuni finiranno nei musei e solo i migliori saranno chiamati a svolgere mansioni riproduttive. Temo però che il lato ludico della cosa finirà in secondo piano... Ma per adesso, iuvenes dum sumus, accontentiamoci degli indubbi progressi compiuti da Ponte a Niccheri, ai quali certamente, oltre alla sensibilità e alla buona volonta di molti operatori, hanno contribuito le critiche delle utenti, specie se pungenti e ironiche come le tue. Un bacio
Mario
utente anonimo |
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