ululato da Pralina alle ore 23:32 sabato, 07 aprile 2007 Dal BLOG di Cyrana Morì come gli eroi per un attimo di distrazione L'hanno ucciso le parole della gente che non conta Una fine stupida senza un perché senza una vera ragione Questo amore dall'album dei ritratti di un'anima nuda di Cyrana anno 1983 *** Questa sera. Ore 22.30 - suona il telefono... vado a rispondere, senza pensare a chi possa, essere o respirare dall'altra parte. In mattinata avevo ricevuto la telefonata del fidanzato di una nostra amica, la quale si trova in ospedale in quella terra innominabile (la Brodoastria o la Tribannia) per un problema di salute abbastanza grave. Un ragazzo molto gentile, che mi informa della salute della sua morosa, e nello stesso tempo mi invita a chiamare il mio ex. Chiamare il mio ex? E perché mai? Non puoi chiamarlo tu, ragazzo gentile, oppure la pallina da flipper deve rimbalzare così tra due terre straniere. Cioé, voglio dire, che senso ha chiamare me a 2000 chilometri di distanza perché io chiami lui che dista solo una trentina di chilometri dall'ospedale? Discorsi che mi risultano un po' alieni tipo "Ma lui ti vuole molto bene e in fondo fra di voi non è successo nulla di grave! Noi ti aspettiamo qui, possiamo ospitarti, e se volete stare insieme un po' in pace lontani dalla sua famiglia, vi mettiamo il nostro appartamento a disposizione". Minchia ma chi ti ha pagato, il programma tivù Stranamore? "Sai la Brezlandia ha delle spiagge bellissime e voi due... scusa adesso mi chiamano" (spiagge bellissime, lo so, lo so, lo soooooooooooooooo). Cosa poteva rappresentarmi la suoneria del mio telefono alle 22.30. Il timore di avere cattive nuove dall'ospedale. Perché come dice la legge di Murphy, se una cosa può andare veramente male, andrà anche peggio. Invece no. Un breve silenzio, poi una voce suadente, dolcissima ed emozionata. Mi dice sono io, ciao Pralina! "Ho cercato di mandarti un fax ma non ci sono riuscito e non so se è il caso. Posso leggertelo adesso o inviartelo per posta, ma non ha molta importanza e non so se vuoi. Non so se gradisci ancora i miei fax e le mie telefonate. Ad ogni modo volevo ringraziarti per avermi avvisato oggi con una mail che la nostra amica si trova all'ospedale, sei davvero gentile... (sorridendo) tu non fai nessuna sciocchezza, i miei rimproveri si riferiscono a cose che mi hai scritto e che ho sentito in modo pesante perché in questo momento ho bisogno di concentrarmi per ritrovare un po' di autostima perduta, ed io non sono arrabbiato con te, Pralina, no, assolutamente, anzi ti auguro di mantenere o di ritrovare il tuo slancio creativo, la tua voglia di dipingere, e con questa superare il brutto momento". "Io sto male, X, in questo momento non riesco ad avere nessuna gioia di vivere, nessuno slancio creativo, riesco soltanto a fare ciò che devo fare per le persone care, per me non c'è nulla, non so, vado avanti così ma sto molto male, sono bloccata, sono triste e vedo tutto nero, per il momento mi sento vuota, ho perso tutte le energie... cerco di riposarmi e di dormire per recuperare le forze, mi sento d'avere perso dei pezzi di me, che si sono scollati, sono andati via... mi sento un po' dissociata". Mi ascolta angosciato. "Abbiamo preso il rischio di vivere, Pralina, ed è successo questo, è la vita... sarebbe stato peggio non esserci mai conosciuti, non avere preso questo rischio, continuare a vegetare anziché vivere... abbiamo fatto del nostro meglio e non ci siamo riusciti, ma almeno ci abbiamo provato. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per far vivere questa storia. Non ho nessun rimpianto". "Lo so che sono forte, penso che col tempo riuscirò a stare meglio, soltanto il tempo guarirà le ferite, per il momento mi sento distrutta". "Sì Pralina, il tempo ti aiuterà, sarà meglio col tempo per tutti e due... lo vedremo, non si può sapere con certezza" la sua voce è spaccata dall'emozione, io piango. "Comunque, se hai voglia di mandarmi un fax, o di chiamarmi, puoi farlo X, non ti sentire né bloccato né obbligato, è la tua scelta, a me sta bene non te lo impedisco anzi mi fa piacere. Io cerco di trovare i pezzi di me che sono scappati via, cerco di ricostruire quella parte di me che non c'è più... erano 5 anni che non stavo così male e non sono più abituata a questa sofferenza, mi fa paura, non soltanto pena. Ho immensamente paura del mio stato d'animo in questo momento, non so dove mi porterà e non so bene cosa fare, salvo aspettare che passi". Silenzio. "E' bello sentire la tua voce. Mi manchi, mi manca il francese, parlare in francese voglio dire". "Sì lo so. E' la vita". "Ti auguro di stare bene X, non volevo più tutti questi rimproveri, queste discussioni, desidero solo la pace tra di noi, la pace, la pace, non desidero altro, te l'ho chiesta con forza. Ho una voglia e un desiderio immenso di ritrovare in me tutti quei momenti belli che abbiamo vissuto, perché di momenti belli ce ne sono stati, non voglio che coltiviamo alcun risentimento... di cose belle ne abbiamo vissute, le terrò per sempre in fondo al cuore". Sospira. "Lo so, lo so che ne abbiamo vissute". "Devo rimettere un po' di ordine nel caos che ho in testa. Non ce l'ho con te, non voglio più rimproveri, né per me né per te, non voglio rimproverarti nulla. Se ci siamo trattati male ultimamente, ti chiedo scusa per le cose che ti ho scritto, ma era per rispondere alle tue accuse continue, per dirti che mi avevi scocciato con i tuoi discorsi sulla mia mancanza di rispetto, allora ti ho risposto in modo forte per metterti uno stop... io e te, abbiamo detto delle sciocchezze, ma sono reciproche, la mancanza di rispetto se c'è stata, è stata vicendevole. Ma io ti stimo, molto, e le cose che ti ho scritto non diminuiscono la stima di te. Siamo veramente troppo fragili per sostenere questa situazione adesso, tutti i problemi di questo momento, i tuoi problemi familiari... ora desidero soltanto la PACE". Lui con la voce commossa, io sono una fontana di lacrime "Se guardi le lettere fino al mese di dicembre, quello che ti ho scritto, Pralina, lì ci sono tutte le nostre cose belle, c'è la parte bella di noi, è quello che devi tenere per te". "Mi da sollievo sapere che almeno non sei arrabbiato, io nemmeno. Dammi la punta delle tue dita e asciugami le lacrime". "Sì, ti asciugo le lacrime con le mie dita, Pralina". "Allora aspetto che tu mi mandi un altro pacchetto per restituirmi il resto delle mie cose personali, le mie lettere che ancora non mi hai restituito, la mia camicetta, le altre cose intime, lì se vuoi potrai metterci il tuo fax, non è un obbligo, è affar tuo, è la tua libertà. Quello che vuoi fare, non te lo impedisco." "Ti manderò tutto appena possibile, compatibilmente coi miei impegni, in questo momento ho veramente un sacco di lavoro, ma lo farò". "Ti stringo forte fra le braccia, ti auguro buonanotte e buongiorno per domani e per tutti i giorni a seguire". "Sì Pralina, anche per te, e tieni stretta la tua gioia di dipingere". "Ti abbraccio a lungo e teneramente, ti bacio. Se lo accetti". "Sì, lo voglio, ti bacio anch'io Pralina". Commenti: categoria : grandi amori di una vita, vera poesia, un sogno da mora Scusate, non so dirvi Buona Pasqua, ma dedico questo dialogo, avvenuto questa sera, a una donna splendida... la mia amica Monì (che nella foto è ritratta con il suo amichetto coniglietto). |
sabato 11 febbraio 2012
7 aprile 2007 bis
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