ululato da Pralina alle ore 00:25 mercoledì, 21 marzo 2007 Passano i giorni e cresce il mio malessere e la mia angoscia. Mi mancano da impazzire le sue telefonate, ma non ho alcuna intenzione di ripiombare in un discorso autodistruttivo. E poi, quello che è successo (la storia del blog) ha accellerato un processo di conoscenza che desidero terminare. Oddio, non è che siamo rimasti proprio senza sentirci, ma abbiamo rispettato i miei ordini di scuderia (ihihihihihihih!) "non mi chiamare più, soltanto comunicazioni materiali, in relazione all'ospitalità che posso avere". Lui sembra rispettoso, almeno di questo. Voglio dire che se ho deciso di partire, non mi lascerà dormire sotto un ponte, mi ospiteranno lui e i nostri amici comuni. Dopo la mia solenne incazzatura dei giorni scorsi, ci siamo promessi lealtà... bene. Oggi mi ha rispedito indietro tutte le mie lettere e le mie foto, come gli avevo chiesto. Intuito il suo ambiente familiare, voglio evitare altri casini... lettere e foto di una femmina (e un paio di mutandine perdinci!) sono compromettenti e scandalose almeno quanto una immagine sul web. Il 29 sera parto per Saint Brieuc. Alla stazione ci sarà lui a prendermi e mi porterà con sé all'Ile de Bréhat. Avevo già il biglietto andata e ritorno sono quelli acquistati in internet a prezzi veramente vantaggiosi, resto là fino al 3 maggio, se resisto e se sto bene. Da una decina di giorni ero indecisa sul da farsi. Mi sono consultata con diverse amiche prima di prendere questa decisione. Tramite il suo aiuto, ho trovato ospitalità di altre persone (non solo a casa sua). Ho cercato insomma di "decentrarlo" come pensiero, tanto per cominciare. Sì parto. Non sono sicura che stare qui, sia la cosa migliore se voglio mettere la parola fine, a questa storia. I giorni passano e in me cresce il senso di impotenza per non poter ancora chiarire alcune questioni che mi stanno sulle palle. Sono successi fatti gravi ma tutti riconducibili in un ambito razionale, e per telefono è fin troppo facile riattaccare per dispetto o fingere di stare bene. Nello stesso tempo ci sono ancora delle cose che si possono salvare per un'amicizia futura, se amicizia sarà possibile, allora non voglio rinunciare a gettare le basi di questa amicizia. Sì, per me è importante anche lasciarsi bene. Ne ho assai di guerre amorose, le strategie le lascio agli strateghi, non mi interessa che "in amor vince chi fugge" perché non c'è nulla da vincere... Ma soprattutto, non ce la faccio a portarmi addosso altri rancori d'origine sentimentale, davvero, non ne posso più di tutti sti cazzi di scheletri negli armadi (oddio, ecco dove avevo dimenticato i miei amanti!) che quando una storia finisce, deve per forza finire in modo drammatico e poi, quando ci si incontra nemmeno salutarsi, anzi infamarsi per giunta. Per me, in questo momento della vita, è importantissimo non portarmi dietro mai più uno strascico di risentimento. Ho bisogno di pace. Qualcun* maliziosamente dirà, che spero di fare l'amore. Sì lo spero tanto, ma metto in conto che potrà non avvenire. E se avverrà, non è detto che sia un bene. Se ci riprendiamo (dio mio, e poi?) se ci lasciamo (perché può rimescolare sentimenti ancora freschi). Insomma, questa volta la testa sta controllando ogni mio spostamento, perché io mi conosco sono una pericolosa, devo tenerlo a freno questo animaletto selvatico che ho in mezzo alle gambe. Voglio guardarlo negli occhi e parlare con lui senza telefono. Sono sicura perlomeno che adesso, che non ho più nulla da perdere, riuscirò a sentirmi più libera (libera di dire quello che mi pare) e a trattarlo con il massimo della franchezza... non potrà dirmi mai più "se non siamo d'accordo sulle questioni importanti, meglio lasciarsi" no, questo ricatto non potrà farmelo mai più. E poi, vedersi. Un paio di volte ha funzionato così nella mia vita: con un uomo che mi aveva lasciata e del quale ero innamora persa, dopo 6 mesi di solitudine frustrante e di sentimenti gonfiati (palestrati) che crescevano a dismisura perché trovavo sempre la segreteria inserita, ho chiesto un incontro, l'ho visto in faccia; mi sono resa conto improvvisamente che non ne valeva la pena di starci tanto male, che lui era molto più brutto di quanto l'avevo visto l'ultima volta sei mesi prima, ma brutto dentro (non solo fuori) e così quel giorno magicamente ogni residuo d'amore mi è sparito. Con il mio compagno con il quale ci eravamo lasciati, invece, è rinato l'amore quando ci siamo visti. Lo so, mi ci vorrà una forza disumana per affrontare questo viaggio, e l'idea di vederlo mi fa balzare il cuore in gola, me lo rende dolorosamente vivo, mi mette davanti alle mie contraddizioni, ai miei limiti, ma anche alle mie risorse (la forza interiore) segrete e insperate. Limiti e risorse che non avrei modo di sperimentare se restassi qui. E' stato così anche per quel tipo brutto che mi aveva lasciata, io ho afferrato il toro per le corna... e dire che non ci dormivo più la notte!, e poi tutto si è ridimensionato nel giro di qualche ora. Io spero che vada così, se così deve andare. Sì, per me è importante anche lasciarsi bene (vedi sotto). Locandona gentilmente offerta dal baldo sprezzante e impavido Decurione Deca (Sono Pazzi Questi Romani...) Permafrost ¦commenti (49) ¦ commenti (49)(popup) categoria : riflessioni semiserie, luoghi, donna che viaggia in testa, un sogno da mora |
venerdì 10 febbraio 2012
21 marzo 2007
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