ululato da Pralina alle ore 15:45 giovedì, 05 giugno 2008
"Chi non fa, non falla" dice il proverbio, nella mia vita ho sempre scelto di sbagliare, al contrario dei furbi che invece hanno scelto di passarci sempre bene.
Mi dicono in sostanza di farmi una montagna di cazzi miei, che così sarò tranquilla di andare a casa con il culo parato. In fondo viviamo in un Paese dove regna sovrano l'opportunismo e il fancazzismo... dove vince chi riesce a dimostrare (ad apparire) e non chi esiste con dignità... dove chi se la prende troppo è solo un povero imbecille... e soprattutto dove non esistono più o sono in via d'estinzione sentimenti come lo sdegno e la passione.
Ero bambina e non sapevo nemmeno difendere me stessa dalla botte degli altri bambini (non sempre, qualche volta partivo a testa bassa pure io), che mi mettevo a difendere i più deboli, quelli che secondo la mia santa ingenuità avevano meno fortuna di me.
Mia mamma mi diceva sempre "Tu vuoi fare l'avvocato, impara a non farti menare piuttosto". Oppure "Tu sei come Don Chisciotte, vuoi lottare contro i mulini a vento". Tu passionale, tu esagerata, tu impara a fregartene di tutto e di tutti. Ebbene sarà stato anche così. A me non m'ha difeso quasi mai nessuno, per contro ho fatto tante volte da "cuscinetto" per difendere il debole, l'offeso e il vilipeso di turno.
E così è passata una vita, che non sono stata capace di accudire pienamente me stessa, perché mettevo sempre gli altri, a torto o a ragione, prima di me. La loro opinione, il loro pensiero, il loro benessere o le loro difficoltà...
Mi dico che c'è sempre tempo per imparare, eppure non capisco perché sono così ostinata ad anteporre gli altri a me. Se c'è una vigliaccheria implicita in questa mia "scelta", se è una cosa ragionevole sempre, se è frutto dell'incapacità tutta femminile a vivere per sé stesse in prima persona.
O se è perché sono la figlia più grande e quindi ho sempre considerato le mie sorelline meritevoli di protezione. Indifese loro, indifendibile io.
Oggi mi trovo con un sacco di ammaccature, non sempre inferte dagli altri, a riflettere su questi miei atteggiamenti. Mio figlio è diventato grande, è una vita che mi sacrifico, che non viaggio, che non faccio vacanze (una in media ogni due anni) tranne qualche sortita qui e là ogni tanto, che non chiedo abbastanza per me anche in termini economici, che mi sento sempre in colpa di tutto quello che faccio, che devo rimboccarmi le maniche e scavare dentro me stessa per ottenere un po' di autostima e basta un soffio di vento, una parola sbagliata di un cretino qualsiasi per farmela svanire... ho vissuto momenti terribili, di emergenza sul piano della salute (anche recentemente), ma adesso non ho più scuse per rimandare, il lavoro (il MIO lavoro) la pittura, la cura di me stessa.
Ho voglia di prendermi cura di me, anche se non so bene da che parte farmi. Sto scrivendo di getto, così perché mi viene spontaneo farlo. Ne ho bisogno, devo capirci di più.
Grazie per la vostra presenza e per i vostri passaggi!
Permafrost ¦commenti (18) ¦ commenti (18)(popup) categoria : riflessioni semiserie, manutenzione straordinaria |
venerdì 24 maggio 2013
5 giugno 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento