amsterdam – 2
ululato da Pralina alle ore 09:04 martedì, 19 agosto 2008
Amsterdam – 2
La terza sera che stavo ad Amsterdam, ero sull’autobus che conduceva al campeggio, improvvisamente mi sono accorta di quanto questa città sia cosmopolita, se mai non me ne fossi accorta prima!… me ne stavo gaiamente ad osservare i passanti e a pensare quale varietà di colori, forme e facce abbia questa città, oltre a tutte le altre ricchezze, come il latte, la cioccolata, i tulipani e la marijuana… all’improvviso ho visto dal finestrino (e non avevo fumato) un bellissimo ragazzo sorridente coi capelli castani, liscissimi, lunghi sul davanti (tipo Beatles) un volto stupendo, largo, rotondo, zigomi larghi, pelle molto chiara e occhi a mandorla, un filo di barba, teneva sottobraccio una splendida ragazza alta e bionda, lei sembrava locale, olandese, lui poteva essere di qualunque nazionalità, ma forse dall’aria inglese… il mio cuore ha fatto un balzo… era la fotocopia di mio figlio! uguale, identico! e della stessa età! e vestito come va lui di solito, con felpe verdi con il cappuccio, oppure maglie del rugby con gli stemmi di Scozia e Irlanda!
Sono rimasta praticamente paralizzata, la somiglianza era così sfacciata anche nell’espressione sorniona, nel sorrisetto furbetto e dolce, che avrei voluto prendere la macchina fotografica che però rimaneva in fondo alla borsa, poi i due sono scomparsi nella folla prima che potessi prendere una qualsiasi decisione… un problema puramente tecnico, la gente si muove molto velocemente in questa città, non c’era tempo per scendere, ma avrei voluto inseguirlo e chiedergli chi fosse, da dove venisse e perché fosse lì… non ho mai visto un sosia così perfetto di un mio caro, sembrava uscito dal museo delle cere, va bene che gli olandesi hanno il gusto dell’imitazione, che farebbero copie e miniature di qualsiasi cosa bella, ma questa poi… ah ah!
Amsterdam mi ha dato delle emozioni immense, per me è stato difficile gestirle, perché da sola, non avendo proprio nessuno accanto, non potevo raccontarle. Esprimermi in inglese tutto il tempo, mi stancava. Però la sensazione d’essere PERSA, un puntino in mezzo alla folla, poco importante, ma assolutamente libera nei miei spostamenti, non era poi così male, tante volte mi sono chiesta chi sono, e cosa ci faccio qui, e come cambiano i punti di vista, nel nostro piccolo condominio, quartiere, noi siamo a volte persino ingombranti, sempre condizionati dallo sguardo di chi ci conosce, ma basta scendere da un treno o da una nave o da un aereo ed ecco che magicamente cambia tutto.
Amsterdam dove i caffè sono tutti all’aperto ma anche al chiuso, dove il tempo cambia in un batter di ciglio, da un’ora all’altra, da una via all’altra, che ti trovi improvvisamente da una zona di sole a una di pioggia, se il tram curva a destra o a sinistra. Che è strano per noi abituati ad avere lo stesso tempo per giorni, ma lì si esce con l’ombrello sempre e ci si mette l’impermeabile con sotto la maglietta a mezze maniche e poi ancora l’impermeabile e poi ancora la maglietta nel corso della stessa giornata.
Amsterdam dalla luce che crea ombre forti, Amsterdam dove per contrastare questo tempo grigio hanno colorato tutto come da noi fanno alle scuole materne, e le case sono una diversa dall’altra e tutto è colore anche i treni (rosa, azzurri, gialli…), Amsterdam che mi riporta il mare a settembre, con improvvise raffiche di vento e profumo di salsedine, cielo grigio celeste che però cambia e ridiventa turchino. Ho sempre amato il tempo così, mi ricorda il mio mare Adriatico d’autunno… amo l’autunno… quanto mi piaceva andare in spiaggia quando non c’era nessuno, la dolce atmosfera malinconica ma in fondo allegra, i raggi solari nascosti che baciano soltanto una parte delle nuvole, creando una stupenda contrapposizione nuvole dorate e cielo grigio…
Amsterdam che quando c’è il sole, cioè una roba precaria, la gente esce tutta per la strada e si mette seduta ai caffè all’aperto, dove i musicisti suonano e nelle piazze che ci sono sempre artisti di strada, maschere, giocolieri, fachiri, mangiatori di fuoco… e quando si mette a piovere, 200 giorni l’anno, aspetta pazientemente davanti a una tazza di cioccolata calda e un bagel imburrato, in uno dei tantissimi e accoglienti locali al coperto, o si munisce di cappucci e ombrelli senza mai dire che tempo di merda! come succede qui da noi. Moltissime persone portano il cappello per tutta la giornata, così non ci si sbaglia.
Amsterdam che ama il verde e i fiori e il suo mercato dei fiori lungo il canale viene visitato da tutto il mondo anche se ora dei tulipani ci sono soltanto i bulbi dormienti, un mare di bulbi dentro capienti ceste, anche il famoso tulipano nero… Amsterdam dai parchi immensi, dalle piste ciclabili bellissime asfaltate di fresco (non hanno nemmeno una buca) lunghe chilometri e chilometri senza interruzioni, e quel parco dove c’è il mio campeggio, het Amsterdamse Bos, il bosco di Amsterdam, 10 chilometri quadrati a sud della città, un tripudio di prati, di corsi d’acqua e di alberi secolari che fremono percorsi dal vento ed è tutto un frusciare di fronde che ti accompagna nel sonno, insieme ad ogni specie di uccelli e alle lepri che saltellano sui prati.
Già, i leprotti, quando mi svegliavo la mattina presto, ero letteralmente “circondata” da piccoli leprotti che cercavano fra l’erba la loro colazione!
(2 – continua)
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