ululato da Pralina alle ore 02:56 martedì, 12 febbraio 2008
Dire che ho un bisogno incredibile di carezze, di tenerezze, è riduttivo.
Da tempo vivo in uno stato di "rigidità" che il mio corpo ha somatizzato benissimo, una mialgia e altri problemi, respiratori, abbastanza gravi... oggi durante una visita specialistica il medico si è stupito della durezza del mio collo, e così -dico io- le mie spalle, la mia schiena, e il culo anche (sembra di marmo, ahahahahahaha!).
Non ho male da nessuna parte, non ho mal di testa o male alla schiena, tranne qualche strappo, qualche dolorino alle fasce del torace, ma sono rigida, dura come un tronco.
L'ineluttabilità della mia condizione, la necessità di stare in piedi, e di combattere da sola, per me, per mio figlio, senza un compagno o almeno un amico, senza nessuno mai che la sera mi accolga fra le sue braccia, che mi ricordi quanto sono donna e quanto sono morbida, mi sta cambiando i connotati: le fasce muscolari si stanno cementificando, le spalle sono sempre forti, le gambe sono sempre quelle che macinano chilometri... il volto sembra una maschera con la pelle tirata e lisciata, che pare uscito da un lifting (una esibizione inutile, a che serve avere una pelle così quando si resta sole), gli occhi scintillano ma sono sempre asciutti, tranne qualche volta, perché sono un essere umano anch'io... ogni tanto lo dico... ogni tanto scende una lacrima, e respiro... come ora... so che il mio blog viene letto anche da qualche persona molto sgradevole, un mio ex che è veramente una merda e che mi perseguita da anni, e un'altra persona, con la quale non ho voglia di relazionarmi... ma poi ci siete voi, e siete meravigliosi, e vi voglio tanto bene.
E in ogni caso non ce la faccio a tenermi sempre tutto dentro.
Vorrei appoggiare la corazza su una sedia, quando vado a letto, lasciarla lì almeno qualche ora, invece passo tutte le notti con questa corazza addosso, che mi stringe e mi fa soffrire, che mi toglie il respiro.
Questa notte indugio prima di dormire, meglio scrivere, meglio piangere, meglio qualunque cosa pur di non trovarmi di nuovo l'impatto duro di questa corazza da tartaruga, o da armadillo, nel buio soffice e fra lenzuola fresche e morbide... ma fra poco proverò a sdraiarmi. E sarà di nuovo l'inferno. Ma, i miei doveri, e il mio lavoro, e la mia vita, e le cose che devo fare domani, e le cose che devo a me stessa, e blablabla.
E pensare che basterebbero un paio di mani amorose, per slegarmi un po'.
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mercoledì 22 maggio 2013
12 febbraio 2008
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