ululato da Pralina alle ore 10:27 venerdì, 29 febbraio 2008
Qualche sera fa, davanti al notiziario, mio figlio ha abbandonato la solita verve ironico demenziale e mi ha detto una cosa molto seria:
Se la smettessero di trattare gli assassini come delle rock star, finirebbero tutti questi delitti.
Sono d'accordo con lui. Ritengo che il modo che hanno i media, di divulgare in maniera morbosa nei momenti di maggiore intimità delle famiglie, i particolari scabrosi dei delitti e le personalità contorte degli assassini, a interrogarsi su chi e per come l'hanno fatto e perché potrebbero farlo ancora... oltre che a costituire un ostacolo reale al corso della giustizia e a dare nuove idee (la fantasia, si sa, è merce rara per le persone "normali" e ossigeno fresco per i delinquenti) a chi potrebbe apprestarsi a uccidere, sicuramente può indurre alcune menti malate a pensare che l'unico modo per uscire dall'anonimato è proprio quello di uccidere.
Uccidere per mostrarsi e quindi per esistere.
Il problema della violenza è una piaga sociale e non può venire distribuito "a scatola chiusa" dentro le case, perché chi sta davanti alla televisione può essere psichicamente labile o già in procinto di uccidere. Insomma, mettere delle idee in testa a un potenziale assassino, è una cosa molto pericolosa.
E poi, detto francamente, sapere che una persona è morta in un modo o in un altro nei minimi dettagli, è una cosa funzionale soltanto alla vendita di spazi pubblicitari, quindi oltre che inutile da un punto di vista informativo, è assolutamente disgustosa.
Piuttosto potrebbero servire le assemblee pubbliche, i corsi e gli opuscoli antiviolenza, l'apprendimento delle arti marziali e di altre tecniche di autodifesa, l'istituzione di case antiviolenza dove le donne maltrattate possano trovare un primo rifugio, un maggiore e più tempestivo intervento degli assistenti sociali e degli psicologi (spesso dormono o intervengono solo per fare danno contro la vittima), insegnare fin dalla scuola materna come gestire i conflitti e come riconoscere i pedofili. Portare, a tutti i livelli di istruzione, in ogni scuola, la materia "gestione dei conflitti" come una delle materie più importanti.
Anche gli operatori dovrebbero seguire dei corsi di aggiornamento ed essere preparati, anziché seguire vecchi schemi e cliché basati su alcuni stereotipi rassicuranti.
Sarebbe molto utile, anzi indispensabile, in merito a una situazione di "pericolo" che le parole delle donne e dei bambini venissero ascoltate sempre, poiché a volte chi si presenta a denunciare una violenza, in quanto femmina o minore, è ritenuto labile psichicamente o suggestionabile, mentre le "prove" che dovrebbero confutare la violenza stessa (i lividi, i segni di bruciatura di sigaretta, ecc.) non si possono esibire in caso di violenze psichiche.
Non castrazione chimica come qualche politico cialtrone a caccia di voti vorrebbe proporre, ma leggi che tutelino a tutti gli effetti le persone deboli, e non aberrazioni giuridiche che vedono in galera soltanto chi si macchia di delitti contro la proprietà (spesso ladri di polli, i politici sono fuori) e mai contro gli esseri umani.
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giovedì 23 maggio 2013
29 febbraio 2008
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