Se c'è una cosa fra le tante che non sopporto veramente, è l'atto deliberato di mettere i piedi in testa alla gente.
Possono essere i piedini più belli del mondo, ma in testa i piedi puzzano peggio dei formaggi francesi, per la loro vicinanza con il naso.
Un certo tipo di persone sono portate a pensare che mettermi i piedi in testa è un gioco da ragazzi, perché io sono una donna molto timida, dall'aspetto molto dolce, e dai modi molto gentili... che spesso cede il passo agli altri... che rispetta le file come una giapponese... che aspetta che tutti si siano seduti a tavola per iniziare a mangiare... che non mette a disagio l'altra persona con osservazioni inopportune o frasi che potrebbero urtare o ferire... che ogni volta prima di iniziare una conversazione (con chiunque) chiede "Scusa, ti disturbo? E' il momento giusto o parliamo un' altra volta?" e dopo avere parlato, dice "Grazie". Grazie per avermi ascoltata. Che mica è un obbligo ascoltare (o leggere) me.
Come diceva il mio povero compagno, Horst, ho sempre detestato l'arroganza e la violenza, l'ipocrisia e la mancanza di rispetto. Sono una persona riservata, mite, dolcissima e raramente aggressiva. Cammino con passo felpato e non intralcio mai il passaggio. Quando faccio una cosa, penso a quali siano le conseguenze per gli altri e cerco di non muovermi a casaccio. Mi ripugna che qualcun altro, debba pagare per le mie leggerezze.
Questo non significa che non mi sbagli, significa che mi da dolore causare un danno a una persona che non se lo merita. Ascolto moltissimo e prima di esprimere un giudizio completo, passano anni, altrimenti specifico che sono soltanto mie impressioni e considerazioni forse del tutto errate da un punto di vista oggettivo. Sono onesta e ammetto di avere dei grossi limiti. So tornare sui miei passi e chiedere "Scusa".
Ma questo non significa che sia una debole. Eppure per molti, l'aspetto di grande dolcezza, non formale ma autentico, genuino, un po' ingenuo a volte, la preponderanza del mio lato emotivo "caldo" su quello freddo razionale, e questo continuo interrogarmi sulle conseguenze delle mie azioni, significa tout courtmancanza di carattere o incapacità di comprendere le cose.
La cosa peggiore, è quando i piedi cercano di mettermeli in testa "per il mio bene".
Friedrich Nietzsche diceva più o meno (vado a memoria libera) "C'è un'arroganza nella bontà, che si presenta come cattiveria".
Molte persone a vario titolo e in parecchi momenti della mia vita, persone che si credevano dei padri (o delle madri) eterni, o dei padri e delle madri per davvero, zie con poteri paranormali e preti di ogni colore muniti di dogmi religiosi e politici, con un crocifisso o con un libro o con una tabella dei tempi di produzione in mano, hanno cercato di correggermi, di mettermi sulla via giusta, di svitarmi il cervello, di cambiarmi nell'aspetto fisico e nell'abbigliamento, di andare più veloce sul lavoro, di prendere certi farmaci, di curare gli attacchi d'asma con le tisane, di mangiare cibi biologici, di essere più dolce e più dura, più ruffiana e più schietta, di portarmi più a sinistra, più a destra, più a favore delle donne, più comprensiva con gli uomini, più possibilista nei confronti degli alieni, più egoista, più altruista, più riflessiva, più combattiva, più estremista, più moderata. Di parlare meno, di parlare di più. Di dare più latte a mio figlio, di dare meno latte a mio figlio. E giù ramanzine, prediche, prediche e ramanzine (sto ridendo, non ci fate caso).
E accidenti al mio vizio di chiedere consigli per amore del confronto, per avere uno scambio di vedute à la page o per capirmi meglio. A volte mi piovono sulla testa sentenze di terzo grado, definitive. Così anziché capirmi meglio, finisco col pensare che in effetti esistono solo due categorie di persone: quelle che hanno una stima infinita di sé stesse, e quelle che non si stimano per niente (adesso il polpettone volge al termine).
In questi giorni sono incazzata, parecchio. Sì, sono incazzata nera fondente!
Perché è l'ennesima volta in vita mia che una persona, un'amica (ora ex) una certa Super Woman, cerca di svitarmi la testa per sostituirla con una nuova, di sua fabbricazione. Mi suggeriva di andare da uno psicologo e dalle "amiche" a parlare dei miei problemi, cioè della mia propensione a farmi mettere i piedi in testa dagli uomini. Ora però mi scrive che non ha tempo da dedicarmi e che tratterà ogni mio commento sul suo blog (commenti autentici ispirati dai post, non copia-incolla) come SPAM perché troppo personale. Non sono abbastanza femminista per lei, sono una "brava persona" ma con delle "fragilità".
E soprattutto ho il brutto vizio di parlare per me, a partire da me stessa e dal mio vissuto, mai per una categoria (donne) che non ho la pretesa o la presunzione di rappresentare.
Ma vaffanculo, va... ma stròncatele in culo le mie fragilità. Così finalmente senti qualcosa di duro!
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categoria : riflessioni semiserie, adieu
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