ululato da Pralina alle ore 18:38 lunedì, 15 marzo 2010

La mia classe prima, alle scuole elementari, fu la prima in Italia a seguire il metodo della insiemistica. Era il lontano 1969 (ora i maligni faranno i loro calcoli, e i benigni si stupiranno di Roberto) l'insiemistica rappresentava una novità assoluta, tant'è vero che i miei bellissimi quaderni furono spediti al Ministero della Pubblica Istruzione come "quaderni modello" e forse là sono rimasti sepolti, sotto cumuli di cartacce.
L'insiemistica è un buon sistema di apprendimento per i bambini, sviluppa a mio parere le capacità logiche deduttive, il problema è che l'insiemistica da metodo scolastico, viene applicata dal "buon senso comune" (traduzione: accozzaglia di luoghi comuni espressi da perfetti cretini) per discriminare quelle che sono definite "minoranze".
Si parla infatti di "negri" o "persone di colore" o "extracomunitari" o "handicappati" o "mongoloidi" o "gay" o "trans" o ancora "donne" per non parlare di "lesbiche", come se tutti gli altri (maschi bianchi eterosessuali abili e arruolati) non avessero alcun bisogno di venire riuniti e descritti, e magari recintati col filo spinato, dentro un insieme.
Non c'è nulla di più discriminatorio
che recintare un gruppo di persone dentro un insieme, parlare di "quelli là", di "quelli un po' così", di "vucumprà", di "quelli dell'altra sponda", ecc. come se l'appartenenza alla minoranza fosse più importante dell'appartenenza tout court al genere umano. C'è dell'altro. Perché parlare di scrittore gay, o di architetto donna, specificando, quasi per mettere le mani avanti, che lo scrittore è gay e l'architetto è donna (e qui vedete com'è sessista la lingua, che non riconosce nemmeno un femminile in tante professioni). Eppure tutt* noi, magari per pigrizia mentale o per comodità, cadiamo in questi tranelli linguistici, ma la lingua non è mai neutrale, esprime concetti politici, ideologici, ecc. E difatti, che importanza ha che lo scrittore sia gay o l'architetto sia donna?
Noi siamo appartenenti al genere umano, e siamo differenti uno dall'altra. Punto.
C'è poi un altro insieme, che è quello delle persone "obese", "sovrappeso" o per usare un eufemismo (perché non ci chiamate direttamente ciccione? perché l'utilizzo di questi eufemismi ancora più offensivi?) "cicciottelle". Quelle che appena vogliono comprare un vestito, si devono rivolgere alle "taglie forti", che in genere restano in fondo ai grandi magazzini, hanno i modelli più tristi, i colori più spenti e i prezzi più cari. Quelle che ogni volta che si va a mangiare, tutti si aspettano che chiedano la portata più abbondante e magari si ungano la bazza (il mento) di sugo.
Quante volte ho sentito questa frase "Le donne come te..." oppure "Io amo le donne come te..." e via coi luoghi comuni (siamo burrose, siamo flaccide, siamo buone, siamo pacioccone, siamo pigre, siamo lente di riflessi, siamo poco agili,  facciamo fatica a camminare, abbiamo la tiroide che non funziona, puzziamo, scorreggiamo, russiamo, ci strafoghiamo di cibo perché siamo infelici,  non siamo desiderabili, abbiamo un appetito formidabile, facciamo paura agli uomini, siamo invidiose delle donne magre) oppure ancora "Assomigli a tizia, caia" solo perché faccio parte di un insieme di una minoranza. Una minoranza di maggiorate. In realtà, così come i cinesi non sono tutti uguali, così come i cinesi non assomigliano affatto ai giapponesi, così come i diversamente abili sanno fare e soprattutto sanno essere un sacco di cose che i normalmente abili se le sognano, non sono uguali fra di loro nemmeno le persone con qualche chilo in più. A meno che non si sposi la conclusione della Fattoria degli animali di Orwell, che dice che i maiali sono più uguali degli altri.
Quante volte mi hanno parlato di dieta a sproposito, senza sapere che io mangio in modo assolutamente normale (due pasti scarsi al giorno) e che non ho affatto dei raptus alimentari compulsivi, anzi, il mio fidanzato che è magro si stupisce perché non ho mai la sua stessa fame! C'è chi al sovrappeso c'è arrivato per un motivo o per l'altro, che può anche essere lontanissimo dall'iperfagia (o assunzione smodata di cibo), si può essere grossi anche per la massa muscolare, per DNA, perché come me si hanno degli antenati (russi o vichinghi) eccezionalmente dotati a livello fisico... c'è chi in effetti (e sono tantissimi) amano le persone floride, in carne, ma in ogni caso sentirsi catalogare, è come se ti iscrivessero a una minoranza per ribadire che invece esiste una maggioranza, quella delle persone normali. Cioè di quelle che vanno bene, e che stanno bene.
Ognuna di noi, come persona, appartiene al genere umano e come individuo è una cosa unica e irripetibile. Vorrei dire altro, potrei accennare al discorso vegano e alle gerarchie che l'uomo ha creato ritenendosi superiore agli altri esseri viventi, ma mi fermo qui. Ma ad ogni modo abbiamo tanto da imparare, anche dai vegan e dai metodi biologico e biodinamico per coltivare la terra in maniera non intensiva e non invasiva. La biodiversità è un principio fondamentale della vita stessa e il corpo è sacro. Non ha nessuna importanza, l'appartenenza a una classe sociale, a un genere sessuale, a una tendenza sessuale, l'avere pelle di colore "diverso" (diverso, da cosa?) o carne con qualche centimetro in più di spessore.

Su Facebook c'è la nostra pagina delle Brigate Grosse, chi vuole può iscriversi anche se assomiglia a un grissino... però, peccato!

Brigate Grosse
Commenti:
 
#1 15 Marzo 2010 - 18:47
 
Eh... pensa che io non sono né grassa né magra, né alta né bassa, né troppo bella né troppo brutta... sfuggo alle categorie!!! :DDD
bacini*
Utente: sognatricenata Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.sognatricenata
#2 15 Marzo 2010 - 20:10
 
Che culo. Io sono anche un po' ebrea... XD
Utente: Pralina Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.Pralina
#3 16 Marzo 2010 - 02:32
 

cara Pralina,
come mi disse un'amica  "se fossi un uomo, ti sposerei!!" 
un abbraccio!!
Utente: giovanotta Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.giovanotta
#4 16 Marzo 2010 - 04:48
 
Pralina, tesor, preparati, sarà una lunga notte. Innanzi tutto un appunto, va bene il discorso sulle professioni al femminile ma come la mettiamo con l'architetta? Sai i doppi sensi? Poi, premesso  che non lo faccio per generalizzare ma solo per distinguere bene, ho molte amiche floride, bene in carne che mangiano di buon appetito e non scoreggiano, almeno quando sono con me. Conosco altresì delle magre segaligne che scoreggiano che è un piacere. Per contro ho un cognato di 138 kg che quando scorreggia è meglio avvisare la protezione civile. Una notte eravamo in campeggio al Lido di Pomposa, mollò una bronza tale che pensammo ad una tromba d'aria. Lo batteva solo il suo amico Mauro,68 kg. scarsi. Ora, estrapolando dallo scoreggiamento in sè e per sè, anche perchè fra un pò manca l'aria,  tutta questa premessa è per ribadire il concetto che non si possono fare delle categorie di persone in base alla razza, alla religione, alle caratteristiche fisiche, al colore degli occhi o dei capelli, ai gusti personali in fatto di musica o altro ecc...Ognuno è una persona a sè, unica. irripetibile, con caratteristiche che ne fanno appunto un "esemplare unico al mondo", altrimenti saremmo tutti cloni.
Poi può anche capitare che parlando si possa dire "qu*-elli di pelle più scura, quelli con gli occhi a mandorla, le persone fatte così o cosà......"Purtroppo fa parte di quei luoghi comuni duri a morire, l'importante è non dar loro importanza. Infatti se noi magari ci sentiamo spesso catalogare in categorie per via di qualche nostra caratteristica, qualsiasi essa sia, e ci lamentiamo per questo, la gente penserà che anche a noi dà fastidio essere "così". E finirà per convincersi che  "essere così" oppure "appartenere a quella categoria lì" è proprio  una jattura.
Ti faccio un esempio, sono miope dalla nascita e porto gli occhiali da quando avevo 6 anni. Mi chiamavano quattrocchi, cecatella, mr magoo, monocolo. Inoltre non mi facevano giocare perchè avevo gli occhiali e potevano rompersi, per cui ero esclusa dai giochi. Ma non mi sono persa d'animo, rispondevo loro che i miei occhi verdi erano in vetrina e perciò più belli. Crescendo le amiche mi snobbavano perchè, poverina, avevo gli occhiali, nessuno mi filava. E io, in silenzio, ho soffiato loro tutti i ragazzi. Non mi sono mai sentita inferiore e non ho mai messo le lenti a contatto.
Allora, siamo partite dalle scorregge per arrivare agli occhiali, un bel salto qualitativo! In conclusione, l'uomo avrà sempre e cmq il bisogno di catalogare e suddividere in gruppi, l'importante e che poi riserbi  a ciascun gruppo gli stessi diritti. E poi i fiori non sono forse belli perchè di tanti colori? Un bacione :kiss
Utente: SuzieQ Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.SuzieQ
#5 16 Marzo 2010 - 17:32
 
Eh ai miei tempi, temporibus illis, si parlava a scuola degli inziemi come oggetti misteriosi inerenti a teorie matematiche moderne.
Tanto moderne che i maestri non ci capivano nulla, e continuavano a spiegarci l´abecedario col pallottoliere.
E le divisioni con le fette di torta.
Poi dice che uno si fá prete.
 Cara Pralina, un abbraccio
Utente: PadreMarioY Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.PadreMarioY
#6 17 Marzo 2010 - 11:52
 
Grazie a tutt*, e ringrazio anche il Mago Gabriel, eso e anche eterico, per avermi infuso quella fiducia che è consona della paranormala...

Utente: Pralina Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.Pralina
#7 17 Marzo 2010 - 12:44
 
Ciao piccola,
latitante qs settimana.

A presto, bacio bacio, eris&bau!

...ho una nausea ... sarà mica quello stupidissimo mago :D :D :D ^*^
...che gente , da non crederci ... ma è uno scherzo, giusto?

Bau ^*^
Utente: eris64 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.eris64
Commenti:
 
¦ commenti (7)(popup)
categoria : brigate grosse