ululato da Pralina alle ore 00:46 domenica, 29 luglio 2007
Italia bella, mostrati gentile
e i figli tuoi non li abbandonare,
sennò ne vanno tutti ni' Brasile
e 'un si ricordan più di ritornare.
Ancor qua ci sarebbe da lavorà
senza stà in America a emigrà.
Il secolo presente qui ci lascia,
il millenovecento s'avvicina;
la fame ci han dipinto sulla faccia
e per guarilla 'un c'è la medicina.
Ogni po' noi si sente dire: «E vo
Là dov'è la raccolta del caffè».
Nun ci rimane più che preti e frati,
moniche di convento e cappuccini,
e certi commercianti disperati
di tasse non conoscono i confini.
Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.
Ragazze che cercavano marito
vedan partire il loro fidanzato,
vedan partire il loro fidanzato
e loro restan qui co' i' sor curato.
Verrà un dì che
anche loro dovran
partì
là dov'è la raccolta del caffè.
Le case restan tutte spigionate,
l'affittuari perdano l'affitto,
e i topi fanno lunghe passeggiate,
vivan tranquilli con tutti i diritti.
Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.
L'operaio non lavora
e la fame lo divora
e qui' braccianti
'un san come si fare a andare avanti.
Spererem ni' novecento,
finirà questo tormento,
ma questo è il guaio:
il peggio tocca sempre all'operaio. Stornelli satirici databili (dal testo) alla fine dell'800, raccolti da Caterina Bueno nella zona di Arezzo. Una cantante grande, grande, immensa che ci ha lasciati recentemente. Il Manifesto del 17 Luglio 2007 Addio alla voce di Caterina Bueno La pasionaria del canto toscano si è spenta ieri a Firenze all'età di 62 anni. Impegno civile e politico vanno a braccetto in una vita artistica e di ricerca, dove ha raccolto e registrato centinaia di antiche canzoni S.Cr. Roma «E la chitarra veramente la suonavi proprio male, però quando cantavi sembrava Carnevale». Parole calzanti che ben si addicono alla figura di Caterina Bueno, 62 anni, rappresentante del canto popolare toscano nel mondo che si è spenta ieri a Firenze, con cui Francesco De Gregori la descrive in Caterina, un brano estratto da Titanic (1982) dedicato proprio all'antica maestra, che giovane e sconosciuto cantautore lo volle con sé in un tour del 1971 insieme a Antonio De Rose. «Con lei si spenge una delle più belle voci della canzone popolare italiana - così la ricorda Leonardo Domenici, il sindaco di Firenze - la sua lunga attività artistica è stata intensamente permeata da un indomito impegno civile e politico». Rigorosa ricercatrice, Caterina Bueno, voce ruvida da contralto, la cui famiglia era di origine spagnola, impara a suonare da autodidatta la chitarra ma subito la sua attività di ricerca si spinge nei dintorni della canzone popolare toscana, colpita dalla cadenza musicale della lingua di Dante. Raccoglie girando per i borghi e le cittadine della regione a bordo della sua piccola 500, centinaia di nastri di brani spesso intonati dalla stessa voce dei contadini, arrivando inevitabilmente in contatto con l'Istituto Ernesto di Martino di Milano e subito dopo nelle fila del Nuovo Canzoniere Italiano. Il suo primo spettacolo (1964) è Bella Ciao, con il quale debutta al Festival dei Due Mondi a Spoleto insieme a Giovanna Marini e altri artisti folk. Con Ci ragiono e canto (1966) in compagnia di un gruppo di artisti come Gabriella Ferri, Otello Profazio e Lino Toffolo, andrà in tour in Canada. Impegno politico e musicale vanno di pari passo, tanto che Caterina entra in contatto e aderisce a numerose organizzazioni culturali a sinistra e fa parte per un breve periodo del Gruppo dell'Almanacco Popolare. L'attività discografica - iniziata nel 1965 con La Brunettina e tre anni dopo con La Veglia, viene valorizzata grazie a una collana che la Fonit Cetra distribuisce nei primi anni'70, legando a sè artisti impegnati nel mondo della ricerca popolare, fra questi Rosa Balistreri, Dodi Moscati e il Canzoniere Popolare Veneto. Con l'etichetta milanese incide forse le sue opere più importanti: Eran tre falciatori (1973), Se vi assiste la memoria (1974) e Il trenino della leggera, che saranno rieditate in doppio cd (2006) dalla Wea. Proseguendo nella sua attività di ricerca - che avrà anche una breve parentesi televisiva con Italia bella mostrati gentile (1978) e Il tempo e la memoria (1980), tornerà a esibirsi nel 1990 con De Gregori in un concerto romano per salvare il Folkstudio, lavorando a fianco di Riccardo Tesi e incidendo (1995) un cd in collaborazione con Maurizio Geri dal titolo Canti di Maremma e d'anarchia, che verrà distribuito veicolato da Avvenimenti. Nel 2006 il Comune di Firenze le consegna il Fiorino d'Oro, massima onorificenza della città, che ritirerà il 16 maggio dello stesso anno tenendo un concerto al teatro della Pergola. Ciao Caterina, non ti dimenticheremo! Permafrost ¦commenti (14) Commenti: Commenti: categoria : adieu, cronache sovversive, donna che viaggia in testa |
venerdì 13 luglio 2012
29 luglio 2007
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