ululato da Pralina alle ore 12:05 mercoledì, 27 giugno 2007 In questi giorni qui a Firenze il tempo stranamente ha deciso di essere clemente. Nel senso che tira sempre vento, un venticello fresco che rende tutto più piacevole. Chi mi conosce sa che odio il caldo e odio prendere il sole, mentre preferisco le giornate di pioggia, le giornate di vento e i temporali. Il sole, soltanto quando c'è un tempo così. Ho bisogno di togliermi definitivamente dalla testa un quintale di cose inutili. Uno di questi è un baccellone di due metri biondo con gli occhi azzurri. Tutta colpa dei miei cromosomi. Se non avessi dei cromosomi "nordici" non sarei stata attratta da questo genere di articolo... mah... e dire che era pure dotato... in senso fisico... lasciamo perdere! Tanto per ridere e per farvi ridere un po'. Alcuni esempi (ma non tutti, solo qualcuno) delle cose che gli davano fastidio. I dialoghi sono tutti reali. In corsivo ho messo le mie risposte. La luce dell'abat jour. E' troppo forte. Va bene tesoro, la metto per terra. No, dice lui, è ancora troppo forte, i miei occhi soffrono, dobbiamo comprare una lampadina che fa una luce ridotta al minimo. Va bene, compriamola. Ma domani dobbiamo andare fuori per tutto il giorno. Va bene, pazienza. No, a me questa luce da fastidio. Va bene, la spengo. Però rimane quella dello stereo, che mi da fastidio. Guarda, ci metto un foulard sopra. Non si può chiudere meglio la finestra, mi danno fastidio i rumori della strada. Metto su un po' di musica, al minimo. No, così di notte mi da fastidio. I peli del cane. Dice lui. Sono troppi. Ma sono cortissimi, giusto pochi millimetri. Sono troppi lo stesso, quando si lava il pavimento ce ne sono sempre tantissimi, e poi non capisco la necessità di tenere un cane, io non amo i cani. Va bene, pazienza, terremo un gallo. Non mi parlare del gallo, è una ferita per me. Scusa, lo so che te l'hanno ammazzato i cacciatori. Sono ferite che non si rimarginano, e adesso che me ne hai parlato faccio fatica a dormire. Perdonami se te l'ho ricordato. Non mi parlare a voce alta nelle orecchie, mi da fastidio, mi viene l'emicrania. Io non capisco perché siamo venuti a fare la spesa al supermercato, dice lui. Per risparmiare. Ma poi si deve prendere l'autobus e fare un pezzo a piedi e non è un risparmio per niente, e poi a me il rumore della strada da fastidio e mi stanca. Va bene, ma guarda che io mica ci vengo sempre al supermercato, solo una volta ogni tanto. Tu prendi tante cose e poi le devi consumare, allora che risparmio è? Ma uno prende solo le cose importanti al supermercato e le integra con le altre prese quotidianamente, ma l'hai visto o no che il nostro carrello era praticamente vuoto. Sì è vero, ma non è un buon modo per risparmiare. Va bene, ma perché bisogna discutere così su tutto? Perché è importante per la politica dei consumi, vedi io ho capito delle cose e ti spiego, se uno fa la spesa nel negozio o al mercato è meglio... blablablabla... Tuo figlio guarda la televisione io non la sopporto, e tu mangi troppo in fretta, dice lui. Ma sono cose buone. Sì, ma mangi troppo in fretta, io non mangio troppo in fretta, mangio lentamente. Beato te allora, io sono fatta così. Perché mi tieni il muso? Non ti tengo il muso amore, ho un boccone da masticare. Tu mi tieni il muso perché ti ho detto che mangi troppo in fretta. No, non è vero. Non ti devi adeguare, se sei fatta così va bene, io te l'ho detto perché non voglio dirti menzogne, non avrebbe senso mentire, dobbiamo dirci tutto. Va bene, se mangio troppo in fretta pace, se mangio lentamente è perché ho dei pensieri. Ecco, vedi che ci sei rimasta male? No, guarda amore, non sono rimasta male per niente. Di che soggetto vuoi discutere adesso? Di niente. Come di niente, allora siamo solo amici! soltanto gli amici possono stare senza parlare così... tu te ne stai lì, pensierosa, perché ti ho detto che mangi in fretta. La città non mi piace è troppo stressante, dice lui. Allora andiamo al Parco di Villa Demidoff, che è un posto splendido, pieno di verde, a pochi chilometri dalla città. Perché? Perché se vuoi goderti un po' di verde, quello è un posto bellissimo, e molto romantico. Che me ne faccio delle vecchie pietre. Ma non è un museo, è un parco storico. Sì, ma bisogna prendere l'autobus e proprio non lo sopporto. Ma non è un tragitto così lungo, dall'autobus si può vedere il paesaggio, e poi, il parco è veramente bello, pieno di prati e di alberi secolari. Troppo autobus, mi da fastidio. Le code ai musei, sono troppo lunghe, dice lui. Sì, hai ragione, ma cosa ci si può fare, e poi, abbiamo scelto apposta un orario in settimana per evitare la ressa del week end. Voi italiani siete tutti pazzi. (silenzio) Ho detto qualcosa che ti ha ferita? Sì. Ecco, lo vedi che non andiamo d'accordo? ieri sera abbiamo avuto una discussione, oggi ti ho ferita, lo vedi, è proprio un rapporto disgraziato il nostro, non può funzionare. Mi hai graffiato troppo forte, dice lui. Me lo avevi chiesto tu, non ti ricordi? Sì, ma così è troppo forte, io ti avevo chiesto di graffiarmi mentre facciamo l'amore, ma tu mi hai fatto veramente male. Ho soltanto rispettato le tue esigenze, che ne so io se ti faccio troppo male, devi dirmelo tu subito, non ti lamentare dopo. Ma io sono stato zitto perché stavamo facendo l'amore. Guarda, anche tu mi hai fatto male l'altro giorno, quando mi hai sbattuta sul letto per ore, ma non ti ho detto niente, sono cose dolci, amorose. Come? Ma sì, a volte può capitare nella foga d'amore, è normale. Ti ho fatto male dunque? Sì, ma va benissimo così amore! Oh no, oh no... è terribile... ti ho fatto male (angosciato). Dice lui. Perché hai messo l'incenso? Perché ha un buon profumo. Mi fa venire l'emicrania più forte. Lo sposto. Oh no, si sente lo stesso. Mi dispiace, non sapevo che ti faceva venire l'emicrania. Non ho detto che mi fa venire l'emicrania, devi stare attenta a quando parli, la forma è importante, è la forma che fa la sostanza, ti ho detto che l'incenso mi fa venire l'emicrania più forte, come il profumo che hai addosso. Scusa, allora spengo l'incenso e mi lavo. Sì, ma hai dei bagnoschiuma contraddittori in bagno. E che bagnoschiuma dovrei avere? Un unico bagnoschiuma, invece ne hai tanti, io credo che non sia rispettoso per il Pianeta. Ieri volevi darmi un bacio sulle labbra che c'era il nostro amico con noi, dice lui. Allora? Allora io il bacio te l'ho dato per evitare discussioni davanti al nostro amico, ma non ero affatto convinto di darti un bacio, per me era una forzatura. Uno schifo insomma. Non ho detto che era uno schifo, e non ho detto che i baci non li voglio, dico che non mi piace esternare i miei sentimenti davanti agli altri, come quando fai le tue battute davanti a tutti, io l'ironia non la capisco, e poi dici cose che non voglio che tu dica perché non sono rispettose. Ma l'altro giorno mi hai baciata davanti a tutti al Centro Popolare. Sì, è vero, ma un centro sociale è un luogo neutro, mentre una visita da un amico è un fatto privato e non voglio mescolare le cose. Allora perché me l'hai dato lo stesso? Per evitare discussioni davanti al nostro amico, perché se te l'avessi negato, tu ti saresti sentita ferita e ti saresti arrabbiata e avremmo discusso davanti al nostro amico che è una cosa disdicevole. Va bene, la prossima volta dimmelo e amen. Te l'avrei detto, ma ti saresti arrabbiata davanti al nostro amico. Non è vero. Ma io pensavo che fosse così e tu non mi hai spiegato niente, però adesso dormiamo che è tardi e domani tornerai a spiegarmi questa cosa fintanto che non la capisco. Perché sei rimasta molto tempo in bagno? Per fare la doccia, amore. E perché non ti sei chiesta se volevo farla con te? Perché... scusa, ma non ci ho proprio pensato. Ecco, lo vedi che tu pensi al posto mio! non devi pensare al posto mio, tu prendi vai, fai le cose, senza chiedermi nulla, non mi consideri proprio, si vede che sei abituata a stare sola. La prossima volta... La prossima volta non esiste, ormai il danno è fatto. Vuoi venire a fare la doccia con me? Sì, ne avevo voglia, ma mi è passata. Sei sicuro? Vai pure da sola, ormai mi hai detto di no una volta, e allora basta, se vuoi stare da sola stai. Tu ti stai difendendo da me, dice lui. Tu trovi? io cerco solo di rispettarti, e poi, è bello anche restare così senza parlare. No, ti sei messa la corazza e lo vedi come stai, non mi parli, mentre per me parlare è fondamentale. Temo di ferirti, lo sai. Ecco, lo vedi, non hai nessuna fiducia di me! tu temi di ferirmi e allora sei omertosa. No, il fatto è che non voglio invadere i tuoi spazi, dire qualcosa di sbagliato. Tu mi accusi con il tuo silenzio di rimproverarti di quello che dici, tu hai paura di venire giudicata e per ciò non parli... ma sbagli, perché così mi allontani. (Prima della partenza) Discutiamo, dice lui. Ancora... oh no! Sì, discutiamo, perché è l'unico modo per rinsaldare questo nostro legame d'amore, se no è amicizia, soltanto amicizia. Va beh, dimmi. Devi spiegarmi per filo e per segno quello che hai detto una settimana fa, ci sono cose che devo capire e che ancora non ho interiorizzato. Ancora? ma se abbiamo passato una notte intera a discuterne! Non mi fare incazzare, ti ho detto che fintanto che non è completamente sviscerato, non si può andare avanti e così non ho voglia di innamorarmi di te. Ma abbiamo parlato dalle 18 alle 3 di notte, va beh, oooooocchei, ti spiego ancora una volta, allora... le cose sono andate così. Ha! (battendo un pugno sul tavolo) lo vedi che ti contraddici! questa è la riprova che non siamo fatti per stare insieme. Ma cos'ho detto di così contraddittorio? (silenzio, occhi suoi che guardano in alto) sua risposta, sussurrata: NON ME LO RICORDO. Per telefono, idem. Ma com'è dolce, adesso, il suono del silenzio! Permafrost ¦commenti (55) Commenti: categoria : basta, adieu
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lunedì 2 luglio 2012
27 giugno 2007
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